SALONE DI GINEVRA 2009 - FRAZER-NASH NAMIR BY GIUGIARO: L’auto ibrida più veloce ed ecologica del mondo
Namir è un concept car nato dalla collaborazione tra Italdesign Giugiaro e
Frazer-Nash, società specializzata nella progettazione, produzione e
commercializzazione di sistemi ibridi che affonda le proprie radici nella
storica casa automobilistica inglese fondata da Archibald Frazer-Nash nel
1923 in Inghilterra.
Presentato nell’ambito della 79ma edizione del Salone Internazionale
dell’Automobile di Ginevra, Namir è la nuova tappa del percorso iniziato
nel 2004 dall’azienda torinese con il progetto nella ricerca e sviluppo di
auto sportive alimentate da sistema ibrido, inaugurato con la Alessandro
Volta e proseguito con la dream car celebrativa Quaranta, realizzata lo
scorso anno per il quarantesimo anniversario di Italdesign Giugiaro.
Namir, che in lingua araba significa tigre, riassume già nel nome i tratti
peculiari: eleganza e potenza, aggressività e sinuosità delle linee. Namir è
infatti una vettura dal carattere decisamente sportivo, un coupé a due posti
secchi, frutto dell’accurato equilibrio tra stile e meccanica, estetica e
contenuti. La sofisticata meccanica e gli avanzatissimi sistemi elettrico ed
elettronico sono racchiusi in un package dalle linee aggressive, bilanciato
nella proporzione dei volumi e nell’armoniosa dicotomia tra gli spigoli
accentuati della coda e la sinuosità delle linee curve del frontale, che
sottolineano le prestazioni da supercar: oltre 300 km/h di velocità massima
e un’accelerazione che la porta da 0 a 100 km/h in 3,5 secondi e da 0 a
200 km/h in 10,4 secondi, rendendola l’auto ibrida più veloce al mondo.
Namir è anche una vettura ecologica. Il sistema ibrido, sviluppato con
Frazer-Nash, abbina un motore rotativo endotermico di 814 cc a quattro
motori elettrici, garantendo un’autonomia di 39 km/l ed emissioni di CO2
inedite: inferiore a 60 grammi per km percorso.
Namir non è esclusivamente un esercizio di stile fine a se stesso ma un
progetto completo realizzato dall’azienda torinese in ogni sua fase: telaio,
carrozzeria, meccanica e layout sono stati definiti dalla Divisione
Engineering, lo stile degli esterni e degli interni dal Centro Stile di
Italdesign Giugiaro mentre la parte elettrica ed elettronica è stata eseguita
in collaborazione con Frazer-Nash.
Il prototipo è stato costruito interamente negli stabilimenti di Italdesign
Giugiaro.
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La collaborazione Italdesign Giugiaro - Frazer-Nash
«L’incontro con Frazer-Nash risale a circa un anno fa – racconta Fabrizio
Giugiaro, vicepresidente e Direttore Stile di Italdesign Giugiaro – ed è stato
un piacere ritrovare un nome che ha segnato la storia dell’automobilismo.
Dall’inizio degli anni ’90 Frazer-Nash è diventata leader nella progettazione
e produzione di impianti ibridi per veicoli; la proprietà e il management si
sono dimostrati molto interessati alla nostra ricerca sul tema dell’ibrido
applicato a vetture dalle prestazioni sportive. Qualche mese fa ci hanno
contattato perché collaborassimo alla realizzazione di un prodotto che
desse il giusto risalto alle potenzialità dei loro sistemi. Frazer-Nash si è
quindi concentrata nello sviluppo del sistema di alimentazione, trazione e
trasmissione, creato ad hoc per la Namir, mentre Italdesign Giugiaro, come
di consueto, si è occupata dello stile, degli interni, dell’ingegneria e
architettura del telaio, della meccanica e della fattibilità. E’ stata
certamente una collaborazione interessante e proficua che ha dato alla luce
una vettura unica al mondo con prestazioni entusiasmanti sia in termini di
velocità e ripresa, sia soprattutto in termini di abbattimento dei consumi e
delle emissioni».
Meccanica ed elettronica in un sistema inedito
L’architettura portante della Frazer-Nash Namir by Giugiaro è costituita da
uno chassis monoscocca in fibra di carbonio con pannelli honey comb che
ingloba anche l’alloggiamento delle sospensioni posteriori: una struttura
che garantisce leggerezza, con un peso totale del telaio di appena 110 kg –
senza rinunciare a robustezza e rigidità e ad un adeguato livello di
sicurezza per guidatore e passeggero.
Namir adotta un sistema ibrido in serie con trazione integrale con controllo
elettronico, composto da un motore trasversale posteriore endotermico
rotativo da 814cc alimentato a benzina, accoppiato ad un generatore che
carica le batterie ai polimeri di litio, e da 2 motori elettrici gemellati,
alloggiati su avantreno e retrotreno che sviluppano una potenza totale di
270 kW pari a 370 cv.
Il sistema ibrido in serie garantisce in questo modo autonomia ed emissioni
fino ad ora inediti per il mercato: 39 km con un litro e meno di 60 g/km di
CO2. Il serbatoio, integrato nel telaio portante e posto all’altezza del
brancardo destro sotto il sedile del passeggero, ha una capienza di 50 litri e
un’autonomia totale di circa 2.000 km.
La trazione integrale è totalmente elettrica, così come la trasmissione. Un
software gestisce il carico di potenza da destinare alla trazione a seconda
delle necessità dettate dalla guida e dalle condizioni del terreno,
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implementando tutti i sistemi elettronici di controllo adottati anche dalle
auto di serie: ABS, controllo della trazione, controllo della stabilità.
Il sistema di trazione e la disposizione dei motori e delle batterie,
sviluppato da Italdesign Giugiaro in collaborazione con Frazer-Nash ha
consentito di distribuire le masse su di un passo di 2630 mm, ideale per un
veicolo a motore centrale. Le sospensioni sono a triangoli sovrapposti.
Alluminio e carbonio per uno stile da tigre
Frazer-Nash Namir by Giugiaro denuncia subito le evidenti doti sportive.
Coupé a due posti secchi, è caratterizzato da un layout filante molto ben
definito il cui carattere aggressivo è evidenziato dalle linee nette e
spigolose e dai contrasti cromatici tra l’arancione perlato della carrozzeria
e il nero dei vetri e delle mascherine che celano le prese d’aria, un
accostamento che ricorda appunto le pezzature della tigre. Il tema
portante delle linee è il rombo, che detta gli stilemi del concept car in ogni
sua vista e trae spunto dallo storico diamante, logo della leggendaria casa
inglese che qui griffa il cofano anteriore, accompagnato dalla G rossa,
ospitata al centro della calandra, segno distintivo di tutti i prototipi firmati
Giugiaro.
La vista anteriore fa trasparire le ambizioni corsaiole della vettura grazie
ad un profilo aggressivo, accentuato dal rilievo digradante a “V” della
sezione centrale, dall’ampia aerazione nel disegno della calandra e dal
taglio dei fari convergenti ospitati nel motivo dei parafanghi rialzati
rispetto all’andamento “aquilino” del cofano, forgiato in un pezzo unico in
fibra di carbonio, mentre il resto della carrozzeria è in alluminio.
Di particolare importanza, strutturale ed estetica, è l’amplissimo
parabrezza. La forma a “V” della superficie vetrata si incunea fino a metà
del cofano anteriore, prolungandone idealmente il motivo geometrico sul
tetto e lungo le fiancate e cela, nella sua base, i pannelli solari che
alimentano il sistema di climatizzazione. La continuità estetica è
apprezzabile a vettura chiusa: la vetratura sale dal cofano oltre la testa di
guidatore e passeggero per discendere lateralmente sulle portiere, che si
aprono a forbice, verso le ruote posteriori, confluendo infine nelle ampie
prese d’aria dipinte nello stesso colore. La linea di cintura parte dal
passaruota anteriore e procede salendo verso il parafango posteriore e
taglia diagonalmente la superficie trasparente in un continuo gioco di
incastri volumetrici e contrasti cromatici.
L’illuminazione è garantita dai gruppi ottici che sfruttano tecnologia Bixeno
per anabbaglianti e fari di profondità; gli indicatori di direzione, le
luci di posizione e gli stop sono invece full led, e cambiano colore a seconda
del comando utilizzato.
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Il cofano motore posteriore è caratterizzato da linee molto spigolose
rastremanti dal tetto verso la coda, dove trovano spazio le feritoie per lo
smaltimento del calore che formano la “M” centrale di “naMir”; nello
sbalzo è stato ricavato un bagagliaio da oltre 400 litri in grado di accogliere
comodamente quattro valigie e una sacca da golf. La coda termina con un
piccolo alettone sagomato che conferisce deportanza alla vettura e il cui
tema stilistico viene citato anche dall’ala inferiore, di derivazione F1.
Namir monta cerchi OZ da 20”, freni Brembo e pneumatici Vredestein
Ultrac Sessanta da 245/40 all’anteriore e 275/40 al posteriore.
Grande abitabilità e “smiling technology” per gli interni
La costruzione dell’abitacolo è stata giocata sul tema della sottrazione, per
creare un ambiente arioso e confortevole in cui trovano posto guidatore e
passeggero; le superfici dedicate ai comandi e alle informazioni di bordo
sono state concentrate in soli tre monitor, coniugando la creatività e
l’esperienza di Italdesign Giugiaro all’expertise nel campo dell’elettronica
di Frazer-Nash.
I tre schermi con tecnologia touch screen trovano alloggiamento dietro al
volante esagonale, sul quale sono ospitati i comandi per l’infotainment. Il
monitor centrale ospiterà tachimetro, contagiri e dati di viaggio; quello di
destra sarà dedicato all’intrattenimento, con informazioni e controlli
relativi a navigatore satellitare, sistema hi-fi, climatizzatore; lo schermo di
sinistra sarà dedicato invece alle informazioni tecniche quali lo stato di
carica delle batterie, i livelli, le temperature interna ed esterna e i vari
messaggi di allerta. Inoltre sarà possibile attivare con un semplice tocco il
cruise control, le luci esterne, il tergicristallo e gli specchietti elettrici.
I materiali pregiati utilizzati per arredare sedili e plancia, quali pelli e
tweed in omaggio alla tradizione britannica, contrastano con la tecnicità
dell’acciaio satinato delle strutture portanti e il plexiglass della
strumentazione: il risultato è un ambiente tecnologico ma al tempo stesso
caldo, accogliente e rassicurante. La cifra innovativa è dettata dall’utilizzo
di materiali classici reinterpretati e inseriti in contesti inusuali.
La trasmissione interamente elettrica ha portato all’eliminazione del tunnel
centrale, sostituito da una struttura tubolare in cui sono inseriti il selettore
marcia, il tasto di avvio e arresto del motore e le bocchette della
climatizzazione.
Nello spazio tra i due schienali la struttura tubolare curva a formare una C
che sale verso il tettuccio, ed è arricchita dalla presenza di alcune borse in
pelle e tweed in funzione di vani portaoggetti e portadocumenti.
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I sedili sono stati realizzati in collaborazione con Sabelt, traendo ispirazione
dalle sedute tipiche delle auto da competizione, aggiornati per
armonizzarsi al layout generale dell’abitacolo; il Centro Stile ha potuto
avvalersi della pluridecennale esperienza maturata da Giugiaro Design
nell’ambito del furniture e industrial design dando vita a due sedute
minimaliste ma ergonomiche, tecnologiche e molto accoglienti.
Namir a Monza
Frazer-Nash Namir by Giugiaro ha simulato il proprio debutto all’Autodromo
Nazionale di Monza, con risultati comunque di tutto rispetto: il giro veloce
è stato chiuso in 1’51”.
Si tratta di una simulazione virtuale immortalata in un video di due minuti e
mezzo che verrà proiettato presso lo stand di Italdesign Giugiaro (Hall 2,
stand 2041) per tutta la durata del Salone di Ginevra, prodotto dal Centro
di Realtà Virtuale dell’azienda torinese.
Il Centro di Realtà Virtuale Italdesign Giugiaro è stato il primo con grande
schermo in Italia, creato nel 1999 per implementare la metodologia
lavorativa e al tempo stesso abbattere significativamente tempistiche e
costi del Centro Stile dell’azienda torinese. Grazie ai continui
aggiornamenti di software e hardware compiuti in questi 10 anni, ancora
oggi è tra i primi in Europa, e vanta anche un videowall a retroproiezione
da 21 metri quadrati.
Ricostruito in digitale l’intero autodromo di Monza, il valore aggiunto dal
Centro di Realtà Virtuale è stato quello di elaborare tutti i dati oggettivi
della vettura relativi sia agli indici di penetrazione aerodinamica forniti dal
Centro Stile, sia quelli relativi alle prestazioni forniti dalla divisione
Engineering, per restituire un’assoluta fedeltà, non solo delle
caratteristiche motoristiche (velocità, accelerazione…) ma anche del
comportamento su strada.
Per dare vita al filmato sono state elaborate oltre 4.000 immagini, 30
fotogrammi al secondo che assicurano una resa uguale (se non superiore) a
quella della realtà…
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Scheda tecnica
Lunghezza (mm) 4560
Altezza (mm) 1186
Larghezza 1972
Altezza da terra (mm) 115
Passo (mm) 2630
Pneumatici anteriori 245/40 R20
Pneumatici posteriori 275/40 R20
Cerchi anteriori 8.5 * 20
Cerchi posteriori 10 * 20
Peso (kg) 1450
Sospensioni Triangoli sovrapposti
Valori e prestazioni motoristiche
Trazione integrale con controllo
elettronico
Tecnologia motore Magnete permanente
“brushless” a corrente diretta
Tecnologia batterie Polimeri di litio-ioni
Unità di Potenza ausiliaria (APU)
Motore rotativo con generatore (cm3)
814
Potenza totale sistema (kW) 270
Voltaggio 400 V, 108 cells
Velocità massima (km/h) oltre 300
0 – 100 km/h (sec) 3,5
Consumi 39 km/l
Emissioni CO2 < 60 g/km
Un ringraziamento speciale a:
- Brembo
- Sabelt
- Vredestein
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Italdesign Giugiaro: quarant’anni al servizio dell’automobile
La formula innovativa dell’Italdesign è quella di costituirsi, sin dalla sua
fondazione, come società di servizi per la grande industria, offrendo
prestazioni di design, progettazione, sviluppo industriale, validazione e
all’omologazione, senza impegnarsi nella produzione seriale.
Quando nel febbraio del 1968 il designer Giorgetto Giugiaro e il progettista
Aldo Mantovani danno vita all’Italdesign, lo stabilimento per produrre il
primo frutto del loro nuovo lavoro sta già sorgendo a Pomigliano d’Arco, per
quella che sarà la gamma Alfasud.
Così un’azienda nata per soddisfare una commessa sviluppa una strategia
innovativa che ancora oggi si dimostra pienamente valida.
Dagli oltre quarant’anni di applicazione della “formula Italdesign” sono nati
più di 200 modelli prodotti in oltre 50 milioni di esemplari.
Nella prima decade di attività spiccano l’intera gamma dell’Alfa Romeo
Alfasud, la Lotus Esprit, la prima generazione della VW Golf e Scirocco, la
Maserati Quattroporte III.
Tra il 1978 e il 1988 nascono l’Audi 80, la BMW M1, la prima generazione
della Lancia Delta, le Fiat Panda e Uno.
Nella terza decade vedono la luce la Renault 19, la Subaru SVX, la Lexus
GS300, la seconda generazione della Seat Ibiza e la prima della Fiat Punto.
Tra il 1998 e oggi la Maserati 3200 Gt, la seconda generazione della Seat
Toledo, la Fiat Grande Punto e la Brilliance Zhonghua.
Parecchi di questi modelli, dall’Alfasud alla Panda, dalla M1 alla Zhonghua,
dalle gemelle Fiat Sedici/Suzuki SX4 alla seconda generazione della Fiat
Croma sono state, oltre che disegnate, anche progettate dall’Italdesign.
Tuttavia, la “formula Italdesign” si applica anche senza design: per modelli
che, pur disegnati direttamente dai rispettivi costruttori, sono stati
industrializzati dal team torinese.
Tra questi le cabriolet di Ford Escort e Capri, la Lancia Delta HPE, le Fiat
Marea e Siena, l’intera gamma della seconda generazione della Mini, la
Citroën C3 Pluriel e tre varianti della famiglia Renault Megane.
Italdesign non vuol dire solo design e sviluppo industriale di automobili, ma
anche di veicoli commerciali, come i Fiat Doblò, Scudo e Ducato, veicoli
industriali come la gamma Daily, Eurocargo ed Eurostar dell’IVECO, i TTruck
di Scania; autobus per IVECO e Volvo, trattori per Hurlimann,
Lamborghini e Same.
Dalle ruote alle rotaie, con progetti per treni ad alta velocità e alta
percorrenza in Italia, Cina, Finlandia, Francia, Spagna, Svezia e Svizzera;
per tram e metropolitane a Barcellona, Copenaghen, Roma e Torino.
Il metodo di lavoro dell’Italdesign si è via via affermato anche al di fuori dei
mezzi di trasporto, con oltre 20 anni di collaborazione per oggetti
tecnologici come le macchine fotografiche Nikon e gli elettrodomestici
Indesit, sino a progetti di architettura e soluzioni di packaging quali la
bottiglia per l’acqua San Bernardo del Gruppo Nestlé.
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Italdesign entra oggi nei suoi secondi quarant’anni interamente nelle mani
della famiglia Giugiaro, con Fabrizio che ha affiancato il padre Giorgetto
nell’area creativa dal 1990 e con un team di management guidato
dall’amministratore delegato Enzo Pacella.
Ai tempi dell’Alfasud allo specialista in servizi si chiedeva anche la
progettazione dell’intera catena di montaggio, una competenza poi
trasferita direttamente ai fornitori delle linee di produzione.
Da anni all’Italdesign si chiede di sperimentare, validare e omologare un
nuovo modello, fasi che agli albori dell’azienda venivano invece
gelosamente custodite dal costruttore.
Oggi la “formula Italdesign” significa anche un dialogo diretto con i fornitori
che alimenteranno la linea di produzione, affinché il progetto sia per la
casa automobilistica davvero “chiavi in mano”.
In quarant’anni tre requisiti sono rimasti immutati: una società di servizi
deve far lavorare simultaneamente creativi e progettisti, essere più veloce
e meno costosa.
Nel 1968 non si parlava ancora di “simultaneous engineering”, “time to
market” e “design to cost”, ma all’Italdesign li si praticava già.
L’unica differenza? La stessa passione di allora con quarant’anni di
esperienza in più, e una committenza gratificata dai successi conseguiti.
Frazer-Nash
Agli inizi del XX secolo quando l’industria dell’auto era agli esordi,
Archibald Frazer-Nash e Henry Ronald Godfrey, amici dai tempi del college,
fondarono una società per produrre veicoli a motore a costi contenuti.
Individuarono nel mercato la mancanza di auto semplici ed economiche e
quindi crearono l’auto “GN”. Austin Motors impiegò altri 10 anni per
entrare nello stesso segmento con l’Austin 7.
Nel 1923 Archibald fondò la nota società di auto sportive Frazer-Nash
creando una dinastia di auto sportive che tuttora gode di fama
internazionale. Fu un pioniere nella rivoluzione dei veicoli a motore e oggi
Frazer-Nash è fiera del proprio contributo alla storia dell’automobile.
Frazer–Nash Research Limited, società di punta del gruppo Kamkorp, offre
soluzioni innovative alle sfide tecnologiche moderne.
Frazer-Nash, con oltre due decenni di esperienza nella ricerca e quattro
milioni di ore lavorative impiegate in ricerca, sviluppo e test di soluzioni
hardware e software innovative, è garanzia del futuro di un trasporto
efficiente.
Frazer-Nash ha creato una tecnologia ibrida plug-in unica. I veicoli ibridi
della serie FN sono ricaricabili da un generatore a bordo proprietario,
dall’energia rigenerativa e dalla rete domestica. Si tratta di auto
puramente elettriche con un generatore ausiliario integrato. La
maggioranza delle auto ibride prodotte oggi è realizzata invece con un
sistema ibrido parallelo che utilizza un motore a combustione interna con
un motore elettrico.
La Electric Powertrain Core Technology di Frazer-Nash integra diversi
sistemi proprietari. Ogni componente è progettato e ottimizzato
specificatamente per realizzare un gruppo propulsore ad alta efficienza:
l’unico del suo genere al mondo. Frazer-Nash è quindi l’unico realizzatore
di sistemi propulsore, tutti gli OEM sono solo integratori di sistemi.
Frazer-Nash ha creato una tecnologia ibrida plug-in unica che integra:
Sistemi di propulsione completamente integrati e ottimizzati
Celle polimeriche al litio intelligenti
Gruppi batteria
Sistema di gestione della batteria
Caricabatteria
Convertitore CC-CC
Bozz
10
Motori e controllori
Motore rotativo Wankel
Alternatore
Regolatore dell’alternatore
Centralina elettronica (EMS)
Propulsore completamente integrato e ottimizzato
Motori CC proprietari raffreddati a liquido, brushless e ad alto rendimento
Controllori per motori a modulazione SVM raffreddati a liquido proprietari
Sistema proprietario di comando/controllo digitale differenziale
Tecnologie di controllo, telemetria e strumentazione integrate e in
multiplexing
L’intero sistema è collegato e controllato tramite il sistema di
alimentazione proprietario AMPS in multiplexing e il software FN.
ECU integrata
Gestione batteria al litio e caricabatteria con monitoraggio remoto e
diagnostica
Acquisizione dei dati, elaborazione e telemetria
Modulo display multifunzione a colori ad alta risoluzione (CMFD)
Sistema di comando/controllo differenziale digitale
Controllo clima integrato
Ogni componente del sistema ibrido è progettato e sviluppato internamente
da Frazer-Nash. Questi componenti proprietari sono il risultato diretto di
invenzioni e innovazioni hardware e software avanzate. L’integrazione
armonica dei componenti assicura efficienza e rendimento irraggiungibili
dagli altri produttori di veicoli.
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