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06 March 2012

PER I 100 ANNI DELLA BERTONE ECCO LA "NUCCIO": UN OMAGGIO DOVUTO AL GRANDE NUCCIO BERTONE

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NUCCIO

In sintesi
Il suo nome è un omaggio al passato e una sfida al futuro. Si chiama Nuccio, come l’indimenticabile maestro dello stile italiano nel mondo, la concept car che la Bertone presenta in “prima mondiale” al Salone dell’Automobile di Ginevra per celebrare il proprio Centenario.
La Nuccio è una sportiva “estrema”, perfettamente funzionante, che sviluppa in chiave evolutiva un concetto depositato nel codice genetico Bertone: la berlinetta a motore posteriore centrale (adotta un 8 cilindri a V da 4,3 litri e 480 Cv).
L’impianto architettonico si esprime in un unico volume, basso e muscoloso (lunghezza 4800 mm; larghezza 1950 mm; altezza 1220 mm), che rimanda coerentemente ad alcune storiche Bertone del passato, vere e proprie pietre miliari del car design: l’Alfa Romeo Carabo (1968), la Lancia Stratos 0 (1970) e la Lamborghini Countach (1971). Tuttavia, portando alle estreme conseguenze il concetto del volume unico, la Nuccio sviluppa un fraseggio stilistico inedito che la proietta con forza in una dimensione futura.
La Nuccio nasce con il marchio Bertone perché, in un’occasione solenne come il proprio Centenario, l’Azienda ha voluto sottolineare e ribadire la propria indipendenza esprimendo un concetto “puro” e non vincolato all’identità di marca di nessun costruttore di automobili.
La Nuccio è la protagonista di tutti gli eventi in agenda per il Centenario Bertone. Dopo il Salone di Ginevra, la vettura sarà infatti al Salone di Pechino (aprile) e al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino (maggio) dove, in una serata di gala, verrà inaugurata una mostra storica che resterà aperta fino all’estate. La Bertone è inoltre sponsor del convegno annuale di Automotive News Europe (giugno), che ospiterà la Nuccio in esposizione. In fine, sono dedicati alla Bertone il Concorso Italiano di Laguna Seca in USA (agosto), ed un’edizione speciale di Firenze Uniques Special Ones (settembre), due eventi ai quali prenderanno parte i più importanti collezionisti a livello internazionale con le loro vetture.


Il concetto: la promessa di Lilli
Un omaggio e una sfida, quindi. Ma anche e soprattutto una promessa. La promessa fatta dalla signora Lilli Bertone quando, salutando suo marito Nuccio per l’ultima volta, alla vigilia del Salone di Ginevra del 1997, gli promise che avrebbe per sempre portato avanti l’Azienda nel suo nome. Oggi quella promessa si compie e si rinnova. Lilli Bertone, con tenacia e coraggio, ha portato la Bertone all’alba del nuovo secolo. Alla Nuccio, da lei fortemente voluta e seguita personalmente in ogni fase della sua realizzazione, ha affidato il compito di trasportare il lascito morale del Maestro nel nuovo

millennio, confermando una volta di più la Bertone fra i protagonisti internazionali del car design. E infatti la Nuccio esprime con grande potenza figurativa il Dna dell’Azienda. Un’azienda antica e al tempo stesso aperta al flusso del cambiamento. Un’azienda dinamica e coraggiosa, che ha saputo reinventarsi continuamente, seguendo le sfide dei grandi sconvolgimenti economici e della globalizzazione dei mercati, confermandosi sempre come una punta di diamante del made in Italy.

Il design: le scelte formali
La potenza figurativa della Nuccio, nata dal gruppo di lavoro guidato dal Design Director Mike Robinson, esprime in chiave evoluta il concetto del monovolume “cab forward”, ovvero con l’abitacolo in posizione molto avanzata, inventato da Bertone nel 1967 con la Carabo, poi raffinato nel 1970 con la Stratos Zero, ed entrato in produzione nel 1973 con la Lamborghini Countach. L’architettura “cab forward” significa che l’abitacolo della vettura viene traslato in avanti per fare spazio al motore centrale, facilitando l’integrazione del parabrezza con il cofano in un unico corpo. La fiancata a cuneo della Nuccio è movimentata da un sapiente gioco di volumi concavi e convessi originati da muscoli in tensione.
L’elemento figurativo di maggiore richiamo alla Stratos Zero è senza dubbio il grande parabrezza di forma convergente, leggermente trapezoidale. Questa scelta strutturale ha dato origine ad una soluzione grafica sorprendente, quali le due nervature esterne che, incorniciando il parabrezza, salgono originando due montanti laterali allargati in corrispondenza delle prese d’aria laterali, come la schiena di un atleta pronto allo scatto sul blocco di partenza.
La vista di profilo della Nuccio presenta le caratteristiche “due cuspidi” che erano proprie della Stratos Zero, reinterpretate con avveniristica sensibilità. La prima cuspide è data dal punto più alto del parabrezza, nel suo punto di raccordo tra il lato anteriore in salita e il lato posteriore in discesa. La seconda cuspide nasce invece leggermente più indietro rispetto al primo, formando proprio l“occhio del coccodrillo” che fuoriesce dalla linea della vetratura laterale originando una sorta di spalla o tettoia. L’equilibrio visivo di questi due vertici, che i designer Bertone hanno ribattezzato “twin peaks”, origina una forte tensione dinamica di tutto il corpo vettura, proiettandolo otticamente in avanti.
Si ispira invece alle avanguardie dell’architettura il grande padiglione, sfruttando per la prima volta la tecnologia della tensiostruttura, più leggera e più robusta delle solite scocche basate sui pilastri e travi. I tiranti laterali mettono in tensione il materiale. Per valorizzare questa scelta di stile, inedita nel mondo dell’automobile, il padiglione è stato verniciato con una particolare tonalità di arancione, in contrasto con il colore grigio antracite con un delicato strato tecnologico trasparente lucido chiamato “siralico” in colore arancione del corpo vettura. L’arancione era uno dei colori preferiti da Nuccio Bertone. Una tinta forte, simbolo di creatività, che caratterizza anche la verniciatura dei soffitti della sede dell’Azienda.
Di chiara ispirazione organicistica sono le grafiche a macchia “virale” un po’ ovunque nella vettura, sia dentro che fuori. Per esempio le prese d’aria collocate sul paraurti anteriore e sui brancardi laterali, le uscite d’aria laterali e posteriori attorno al vano motore, persino i sedili i panelli porte all’interno dell’abitacolo portano le stesse macchie “virali”. L’obbiettivo delle grafiche virali è di evolvere le solite griglie automobilistiche, tipicamente geometriche, con forme rettangolari o a rombi. I gruppi ottici a led sono a sottile sviluppo orizzontale (detto “light bar”) e si estendono per tutta la larghezza del volume anteriore e del volume di coda. I proiettori anteriori e i fanali posteriori sono entrambi suddivisi in tre zone. Quelli anteriori hanno due zone laterali per le funzioni tradizionali come luci di posizione, anabbaglianti, abbaglianti ed indicatori di direzione, mentre la zona centrale svolge due funzioni, DRL (Daytime Running Lights), con gli stop anteriori brevettati da Bertone. Quelli posteriori hanno due zone laterali per le luci di posizione, gli stop e gli indicatori di direzione, mentre la zona centrale svolge la funzione di luci di posizione. Entrambi i “light bar” (anteriore e posteriore) portano il nome del costruttore Bertone con lettere in alluminio tridimensionali retroilluminate. Quando sono spenti si presentano come inserti cromati.
Sul fronte della sicurezza preventiva, la Nuccio presenta una novità assoluta: la luce di stop anteriore, brevettata da Bertone. Quando la vettura è in frenata, la luminosità delle ottiche anteriori aumenta di intensità, così da segnalare, anche nella vista frontale, che il veicolo sta rallentando. Questo dispositivo, qualora trovasse applicazioni industriali, sarebbe particolarmente utile per segnalare ai pedoni, in prossimità degli attraversamenti, se la vettura si sta fermando.

Gli interni
L’abitacolo della Nuccio è arredato con elegante minimalismo, come si addice ad una sportiva estrema. Un layout classico da super sportiva, la console centrale nasce da un appoggia braccia alto e sale verso la plancia con un piano inclinato dove sono collocati tutti i comandi (clima, radio, ecc). L’interruttore “start/stop” si trova in evidenza al centro della console. Il cambio automatico “triptronic”, posizionato sotto il volante, ha permesso di eliminare la leva cambio sulla console centrale. Gli strumenti sono analogici con un contagiri grosso centrale come si addice ad una sportiva estrema, tutti nello stesso colore dell’abitacolo, antracite ed arancione.
I sedili anatomici in pelle arancione riprendono il motivo bicolore della carrozzeria, con vivaci inserti in colore antracite. Ogni passeggero è protetto non solo dai sedili anatomici che si conformano perfettamente al corpo, ma anche dalle strutture in alluminio a forma di un “Y” sui panelli porte e sultunnel centrale, ai fianchi dei passeggeri, disegnati per offrire la massima robustezza strutturale all’interno dell’abitacolo.
La funzione di retrovisore centrale è svolta da una telecamera che proietta la visuale della strada su uno schermo da 26” pollici, collocato dietro i sedili. Lo schermo è visibile dal driver tramite uno specchietto retrovisore centrale di tipo tradizionale e sostituisce il lunotto classico. In questo caso si tratta della prima applicazione della realtà virtuale in automobile, poiché tale soluzione offre la possibilità di vedere perfettamente la strada al di là di ogni impedimento strutturale. Oggi il termine “realtà virtuale” si riferisce alla riproduzione di mondi sintetici, navigabili da uno o più individui in tempo reale. Presto vedremo una crescita tecnologica esponenziale nella realtà virtuale dove sarà possibile navigare in mondi paralleli “reali”.

Questa applicazione nella Nuccio si riferisce alla seconda generazione di realtà virtuale, rendendo disponibili la visione di mondi “reali” da vari punti di vista. Infatti, sarà possibile selezionare il punto di vista desiderato sullo schermo alle spalle del driver, tra retrovisore convenzionale, parcheggio da basso, e perfino la vista della sala motore. Come accade negli schermi dei navigatori, in condizioni notturne, lo schermo abbassa l’intensità luminosa per adeguarsi alle esigenze fisiologiche degli occhi del guidatore.


Dati tecnici
Motore: 8 cilindri a V; 4.300 cm3; 480 CV.
Lunghezza: 4800 mm
Larghezza: 1950 mm
Altezza: 1220 mm
Passo: 2600 mm


Bertone ringrazia:
Mak Spa
OMP Racing srl
Led Italy
Pirelli Spa



Press release 3/2012
Febbraio 2012

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