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12 August 2009

Schumacher: “Badoer è la scelta migliore”

Ginevra, 12 agosto 2009

E’ stata una conferenza stampa lunga e difficile quella che ha visto protagonista Michael Schumacher oggi pomeriggio all’Hotel Intercontinental di Ginevra. Accompagnato dal suo medico personale Johannes Peil e dal suo storico manager Willi Weber, Michael ha spiegato esaustivamente i motivi che lo hanno portato a prendere la decisione di interrompere la preparazione fisica in vista del Gran Premio d’Europa, dove avrebbe sostituito Felipe Massa al volante della F60 numero 3.

Michael ha esordito ringraziando tutte le persone della Ferrari che lo hanno aiutato in questo programma di preparazione e tutti i tifosi che lo hanno supportato in questi giorni.

Come ti senti?



“Ovviamente mi sento molto frustrato e sono molto deluso per quello che è successo” – ha detto Michael – “Ci siamo preparati in maniera molto scrupolosa e abbiamo fatto tutto il possibile ma sin dall’inizio la Ferrari ed io abbiamo sempre detto che avrei sostituito Felipe se fossi stato pronto. E’ un vero peccato che alla fine non sia riuscito a raggiungere questo obiettivo. Io non sono interessato ad un ritorno a tempo pieno in Formula 1 ma volevo aiutare la Ferrari e i miei amici in questa circostanza. Quando sono andato a Maranello il mercoledì dopo l’incidente di Felipe sapevo quello di cui avremmo paralto con Stefano e con il Presidente Montezemolo. All’inizio ero più per i no ma conoscete Montezemolo e quanto sia speciale nel convincere le persone. E’ un grande amico e andiamo molto d’accordo: è riuscito a convincermi. Mia moglie Corinna mi ha detto di fare quello che ritenevo più giusto.”

Perché non sono stati fatti degli esami prima di lunedì sera?

“C’è solo un modo per verificare se il tuo fisico è capace di sopportare le forze generate da una Formula 1: provarla. Ho fatto tante simulazioni e ho usato tante macchine di allenamento ma nessuna è in grado di riprodurre lo stress e l’impegno cui è sottoposto il corpo a bordo di una monoposto. Per questo avevamo bisogno di guidare per capire. Il mio medico mi aveva detto che potevamo fare questo test e poi, dopo un po’ di riposo, aggiungere ulteriore stress per vedere gli sviluppi della situazione. Alla fine, abbiamo fatto tutto nella miglior maniera possibile ma non è andata come volevamo.”

Sarebbe stato possibile prepararsi meglio?

“Prima di tutto nessuno poteva aspettarsi che Felipe fosse vittima di questo brutto incidente: non potevamo certo pianificarlo! Poi, non credo che potessi fare le cose in maniera diversa.”

Ci sono già dei rumour che ti vogliono in pista a Monza oppure l’anno prossimo…

“Le speculazioni fanno parte di questo mondo. Tante persone hanno le loro idee in merito ma la realtà è che io sono molto dispiaciuto per non poter fare quello che volevo, cioè aiutare la Ferrari in questo momento di difficoltà. Questo è quanto posso dire oggi e devo farmene una ragione.”

Come valuti la scelta di Luca Badoer?

“Prima di tutto voglio dire che Luca è un mio grande amico. In tutti questi anni si è sempre preparato scrupolosamente per essere pronto a correre, visto che questo è il suo lavoro: essere disponibile per i test e in caso che qualcosa accada. Non è uno che sta seduto con le mani in mano: è sempre stato a disposizione e, ovviamente, ha lavorato ancora più intensamente dopo l’incidente di Felipe. Abbiamo sempre detto che prima dovevo avere la conferma che sarei stato fisicamente a posto e quindi è normale che lui sia pronto. Penso che sia la scelta giusta, la migliore che potesse fare la Ferrari, conoscendo sia lui che la squadra. E’ vero, non corre da tanto tempo ma un pilota non perde mai lo spirito competitivo: gli faccio i miei migliori auguri per il difficile compito che lo attende.”

Hai sentito Felipe recentemente?

“Sì, sono sempre stato in contatto con lui perché siamo molto amici e questa è una delle ragioni per cui ho accettato di provare a tornare in pista. Sono contento che il suo recupero stia andando bene: è molto motivato, anche se non può prepararsi così intensamente come vorrebbe perché i medici non glielo permettono.”

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