GP del Brasile - Un circuito favorevole alla Scuderia
Eccoci arrivati al penultimo round della stagione, il Gran Premio del Brasile. Già questo aspetto è inusuale, visto che di solito la gara di Interlagos fa calare ogni anno il sipario sul calendario di Formula 1 fin dal 2006. Negli ultimi tre anni, il fatto che fosse l’ultimo appuntamento aggiungeva tensione, ma nonostante questo, con l’attuale situazione del campionato, il fine settimana dovrebbe aggiungere ulteriori colpi di scena, tensione ed eccitazione.
Negli ultimi anni, Felipe Massa è stato al centro di questa tensione, quindi è normale che, per la Scuderia Ferrari Marlboro, questa settimana sia iniziata nel segno della bandiera brasiliana, quando il nostro pilota ha fatto tappa a Maranello e lunedì è tornato al volante di una vettura di Formula 1 dopo l’incidente occorso durante le qualifiche del Gran Premio d’Ungheria in luglio. Al volante di una F2007 di proprietà privata, che montava gomme utilizzate in GP2, la sessione è andata bene, nonostante sia stata interrotta da una forte pioggia. “Quando sono salito in macchina, è stato esattamente come prima dell’incidente, come se niente fosse accaduto” ha detto Felipe. “E’ stato importante per dimostrare alla gente che lavora con me che niente è cambiato, che posso essere competitivo e che posso contribuire allo sviluppo della nuova vettura e combattere per il titolo l’anno prossimo. Sapevo che tutto andava bene al 95% e dopo questo test posso perfino eliminare quel 5% di dubbio”. L’assenza di Felipe dall’abitacolo ha creato una statistica inusuale in quella che sarà la prima gara a Interlagos dal 1999 nella quale la Ferrari non schiera un pilota brasiliano sulla griglia di partenza.
Felipe tornerà a San Paolo per supportare la Scuderia durante questo fine settimana e benchè non possa correre su questa pista, dove in tre anni è sempre salito sul podio, comprese due vittorie, sarà più vicino di tutti gli altri piloti alla bandiera a scacchi, visto che gli organizzatori gli hanno chiesto di sventolarla alla fine del Gran Premio. Dopo essere tornata a casa dall’Estremo Oriente e dal Giappone, una parte della Scuderia è già partita alla volta del Brasile, con il resto della squadra che arriverà nei prossimi giorni. Le vetture e l’equipaggiamento sono stati trasportati direttamente a San Paolo dal Giappone, dopo che le macchine sono state ricostruite nel paddock di Suzuka domenica sera dopo la gara.
Il circuito di Interlagos è stato favorevole alla Ferrari negli ultimi anni e ha fornito diversi momenti memorabili alla squadra del Cavallino Rampante: nel 2006 c’è stata la splendida vittoria di Felipe Massa, vestito per l’occasione con una tuta che ricordava i colori della bandiera brasiliana. Quel giorno, Michael Schumacher non riuscì a salire sul podio, ma le emozioni furono comunque molto forti, come se fosse l’ultimo Gran Premio di Germania. L’anno seguente, è stato Kimi Raikkonen a vincere e a conquistare il titolo mondiale, con Felipe che lo raggiunse sul secondo gradino del podio. L’anno scorso c’è stata la gara e il finale di campionato forse più eccitante della storia, quando Felipe ha tagliato il traguardo da vincitore della gara e per un primo momento come vincitore del titolo Piloti, prima che Lewis Hamilton glielo portasse via negli ultimi metri.
Mentre l’atmosfera a Interlagos sarà più intensa che mai, la Ferrari arriva qui in una situazione ben diversa rispetto al recente passato, combattendo per un obiettivo più modesto, chiudere al terzo posto il Campionato Costruttori. Forse, il team può trovare coraggio ricordando il 2005, un’altra difficile stagione per la squadra, anche se all’epoca le vetture erano più competitive qui che su altri tracciati. Quest’anno, quando ancora una volta il team soffre il confronto con macchine più veloci, la F60 potrà beneficiare del KERS, che dovrebbe fare la differenza sulla sezione sopraelevata fino al rettilineo principale, così come nel breve rettilineo. Ad ogni modo, visto che le altre squadre continuano a sviluppare le loro vetture, la sfida che attende la Scuderia, i cui sforzi si concentrano ora sulla stagione 2010, si fa ancora più dura.
Questa pista, famosa per il senso antiorario di marcia, richiede un alto grado di compromessi in termini di settaggio della vettura nei tratti più veloci, ma un sufficiente carico aerodinamico è richiesto anche nel più lento settore centrale. Comunque, in modo da incrementare le possibilità di sorpasso e difendere la posizione, mantenere una buona velocità media sarà molto importante nell’ottica della gara di domenica pomeriggio. Un ulteriore fattore da tener conto per gli ingegneri è che il circuito si trova a circa 800 metri sopra il livello del mare, il che riduce la potenza dei motori. Con i suoi 4.3 chilometri di lunghezza, questa pista è molto corta: lo scorso anno, la pole position di Felipe Massa è stata ottenuta col tempo di 1’12’’368, che significa che i tempi di qualifica sono più vicini qui che altrove. Quando si considera che i tempi ravvicinati sono stati una costante per tutta la stagione, potrebbe succedere che un posto nelle prime tre file o nelle ultime sia questione di qualche centesimo di secondo, di conseguenza il giro perfetto sarà un obbligo per assicurare un risultato ragionevole il pomeriggio seguente.
Nelle ultime gare, la Bridgestone ha portato gomme molto simili in termini di mescola, ma per questa gara la fornitura ritornerà al passato, portando cioè due tipi di gomme molto diverse l’una dall’altra: la scelta sarà fra le “supermorbide” e le “medie” che si sono rivelate non poco problematiche quest’anno, specialmente durante la gara d’apertura a Melbourne, benchè meno in Bahrain e al Nuerburgring. Le supermorbide possono risentire maggiormente dell’usura a causa delle caratteristiche del tracciato, il che potrebbe pesare sulle strategie, su quando montarle e per quanti giri. Anche il tempo può rappresentare un problema, visto che in questa stagione, piove praticamente tutti i giorni a Interlagos, anche se la durata della perturbazione è difficile da prevedere.
In mezzo a tutto questo, i nostri due piloti hanno due vittorie e cinque podi a San Paolo. Infatti, sono entrambi legati da un episodio: nel 2003 la gara terminò nel caos della pioggia e dopo la bandiera a scacchi, Kimi fu dichiarato vincitore. Solo pochi giorni dopo fu deciso che il vero vincitore era Giancarlo Fisichella, che all’epoca era alla Jordan. In una divertente cerimonia sulla griglia della gara successiva a Imola, i due piloti si sono scambiati i loro trofei del primo e del secondo classificato. Kimi, che festeggerà il suo trentesimo compleanno questa domenica, ha vinto qui nel 2007, con tre secondi posti e un terzo posto dal 2003 a oggi, mentre Giancarlo è arrivato secondo nel 2000.
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