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08 June 2010

Una giornata diversa per Felipe Massa

Maranello, 7 giugno

Cosa ci fa un pilota di Formula 1 a bordo di una nave ancorata a 120 chilometri a largo delle coste del Brasile? Il pilota in questione è Felipe Massa e la nave è la FPSO Fluminense, dove l’acronimo sta per Floating Production Storage and Offloading: in altri termini, una sorta di piattaforma dove si raccolgono gli idrocarburi estratti in due giacimenti situati in un’area dal raggio massimo di 3,3 chilometri e da lì smistati periodicamente su petroliere che li portano a terra. Un luogo insolito per Felipe ma non del tutto estraneo, visto che è da qui che esce il greggio che poi viene trasformato dalla Shell in benzina e lubrificanti utilizzati sia nelle vetture stradali che nelle monoposto Ferrari di Formula 1.



“E’ stata un’esperienza molto interessante” – ha detto Felipe – “E’ incredibile vedere quanto sia complesso il sistema di estrazione e gestione del greggio che è in funzione su questa nave. Quando ero davanti al quadro di controllo mi sembrava quasi di essere davanti alla telemetria della nostra macchina quando è in pista: ogni parametro viene tenuto sotto osservazione in tempo reale, 24 ore su 24.”

Durante la visita, svoltasi lo scorso venerdì, Felipe ha incontrato tutti gli “abitanti” di quest’isola artificiale galleggiante, che lo hanno accolto con grande calore: ovviamente tanti i brasiliani ma a bordo c’erano anche americani, filippini e un italiano. Con loro ha visitato la nave e ha potuto verificare sul campo quanta attenzione viene data in questo impianto ad aspetti fondamentali come la sicurezza e l’ambiente. Non è un caso che sulla FPSO Fluminense non si sia verificato alcun incidente capace di interrompere le attività negli ultimi sette anni e che siano stati effettuati più di 140 trasbordi di idrocarburi senza che si verificassero perdite. Inoltre, la fiamma pilota non è continua e le emissioni di CO2 sono ridotte al minimo.

“La sicurezza in Formula 1 è la priorità ma vedo che anche qui è la stessa cosa” – ha aggiunto Felipe – “Ma non è l’unica cosa in comune con il mio mondo. Anche qui si lavora in squadra e c’è bisogno di una grande armonia per poter fare al meglio il lavoro che viene affidato ad ognuno: si sta insieme praticamente sempre almeno per due settimane di seguito ed è fondamentale che ogni membro del gruppo si senta responsabile per quello che fa e sia pronto ad aiutare chi gli sta vicino. Proprio come succede in un team di Formula 1.”

Prima di lasciare la nave, Felipe non ha mancato di parlare di Formula 1. “Siamo alla vigilia di una gara importante come quella di Montreal, dove la Ferrari dovrà cercare di essere più competitiva rispetto a quello che si è visto in Turchia” – ha detto il pilota brasiliano – “Sulla carta il circuito dovrebbe essere più congeniale alle caratteristiche della F10 ma dovremo aspettare venerdì per cominciare a capire come stanno veramente le cose.”

La permanenza del brasiliano in patria si conclude oggi, quando Felipe partirà per Quito (Ecuador) dove ha in programma un altro evento con uno dei partner della Scuderia. Domani sarà in viaggio per Montreal dove ad attenderlo troverà la squadra, pronta al riscatto nel ritorno della Formula 1 in Canada.

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