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15 June 2010

Il diario di Alonso – A Montreal siamo tornati alla normalità


Sono tornato in Svizzera già ieri mattina: con la gara iniziata alle 12 credo che tante persone del mondo della Formula 1 ne abbiano approfittato per fare rientro a casa in fretta. Con il passare delle ore, il senso di delusione per una vittoria che era alla nostra portata ha lasciato spazio alla consapevolezza di aver ottenuto un ottimo risultato. Bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno: chi avrebbe detto giovedì che avremmo accolto un piazzamento sul podio con insoddisfazione? Siamo stati sempre competitivi per tutto il fine settimana, tanto in qualifica quanto in gara è questo è molto positivo. Siamo tornati lì dove siamo stati praticamente in tutte le gare precedenti: l’unica eccezione è stata la Turchia dove, per vari motivi, abbiamo avuto un Gran Premio dove tutto è andato per il verso sbagliato, sotto ogni punto di vista. La normalità è quella di Montreal, di Monaco, di Melbourne, di Sakhir e di tutte le altre piste dove abbiamo sempre lottato per il podio. Magari i risultati non sono sempre stati pari al potenziale a disposizione ma credo che questo possa essere valido per tutte le tre squadre di vertice. In queste prime otto gare della stagione ci è capitato di tutto - errori, problemi di affidabilità, sfortuna – ma siamo ancora in piena lotta per entrambi i campionati. Lo stesso discorso lo possono fare anche la McLaren e la Red Bull: tutti hanno lasciato punti per strada.



La gara di Montreal è stata molto spettacolare e ricca di episodi, non solo per la natura del circuito ma anche per le diverse strategie che sono state scelte dalle squadre in funzione del rendimento delle gomme. Penso che gli spettatori – in tribuna e davanti alla televisione – si siano divertiti molto ma vi assicuro che per noi piloti e per le squadre è stato un weekend difficile e stressante perché non si sapeva mai davvero come avrebbero reagito gli pneumatici nelle varie situazioni.

Il prossimo appuntamento è a Valencia, nel mio Paese. Sarà bello poter correre davanti ai miei tifosi e mi piacerebbe salire ancora sul podio, visto anche che a Valencia non ce l’ho mai fatta. Avremo delle novità importanti sulla F10 che, spero, ci potranno consentire di alzare il livello della nostra prestazione. Successivamente, abbiamo in programma altri sviluppi che dovrebbero arrivare in Inghilterra e in Germani. Questo per dire che il Gran Premio d’Europa sarà semplicemente la nona prova del mondiale, non una gara da ultima spiaggia per la Ferrari, come ho sentito dire in giro da qualcuno. Ma come, non siamo nemmeno a metà campionato – dopo Valencia ci saranno ancora dieci Gran Premi da disputare – e si parla in questo modo? L’ho già detto tante volte e lo ripeto anche oggi: questa è una corsa a tappe e il traguardo finale sta ad Abu Dhabi e ci si arriva a fine novembre. Tanto deve ancora succedere e le cose possono cambiare in fretta, in un senso o nell’altro. Qualcuno si è forse dimenticato che l’anno scorso Kimi, nella fase centrale della stagione e con una macchina sempre meno competitiva, era stato il pilota che aveva fatto più punti?

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