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21 September 2005

Museo Lamborghini : i custodi del mito

Dopo anni in cui alle buone intenzioni, puntualmente e quasi fatalmente non potevano poi seguire i fatti ora, dal 2001, anche la Automobili Lamborghini ha un suo vero Museo, direttamente all’interno dell’azienda di Sant’Agata Bolognese.Passata nell’orbita Audi dal 1998, la storica e mitica azienda di Sant’Agata Bolognese, finalmente sollevata dai cronici problemi economici delle passate gestioni, ha potuto iniziare a pensare in modo concreto anche alla conservazione del Suo illustre passato.
Inaugurato ufficialmente nel settembre del 2001, in occasione del lancio della Murciélago, il Museo Lamborghini, insieme al nuovo modello della Casa di Sant’Agata, apriva anche la nuova era della Casa del Toro (unitamente al totale rinnovamento dell’intera struttura di Sant’Agata Bolognese).



Inizialmente aperta solo su richiesta e prenotazione da parte di gruppi, la Collezione Lamborghini è ospitata nella grande struttura a vetri alla destra della portineria, giusto a fianco dell’ingresso principale dell’azienda.

Un luogo “magico” per l’appassionato, il Museo Lamborghini, che in più, dall’inizio dell’anno (2005) può anche contare sulla competenza, ma soprattutto la passione e gentilezza della nuova Direttrice, Cristina Guizzardi, proveniente dall’Ufficio Stampa Lamborghini e sempre presente in azienda sin dal 1998. Avendo visto passare varie tappe dell’evoluzione Lamborghini, ma soprattutto avendo vissuto per intero la trasformazione dell’azienda di Sant’Agata dal momento dell’ingresso Audi sino ad oggi, Cristina Guizzardi, complice anche una grandissima passione ed un grande attaccamento al marchio, può oggi ritenersi la persona migliore per portare avanti con successo il grande impegno di custodire la pesante eredità del Marchio Lamborghini.
La Collezione Lamborghini conservata nel Museo si compone dei più importanti modelli di auto che hanno fatto la storia della Casa del Toro: auto mitiche come la prima 350GT, la Miura, la Countach nelle sue varie versioni e poi via via, attraverso l’Espada, l’Urraco, la rarissima Silhouette, la Jalpa, il mastodontico fuoristrada LM002 (SUV ante-litteram), sino alle più recenti Diablo.

Per non parlare poi delle auto da corsa: dalla mitica monoposto “Lambo” F.1, progettata dall’Ing. Mauro Forghieri, sino a tutte le altre Formula 1 dell’epoca (fine anni ’80 - inizio anni ’90), motorizzate con il fantastico V12 Lamborghini. Ma ancora non è finita: al piano superiore fanno bella mostra di sé alcuni esemplari di Diablo in versione “pista”: dalla GTR che ha corso nel famoso monomarca Lamborghini, sino alla JGTC che ha corso nell’omonimo campionato GT Giapponese, affidata alle capaci mani dell’organizzazione del Japan Lamborghini Owners Club (JLOC) e pilotata direttamente dal Suo Presidente Isao Noritake.
Molto interessanti sono anche i modelli in scala (1:5) di inediti progetti di vetture del passato, testimoni nel tempo della grande creatività che, da sempre, ha alimentato la Lamborghini.

Ma, scendendo nuovamente al piano inferiore attraverso la scala a chiocciola, non può certo passare inosservata la grande collezione di gigantografie appese al muro, che percorrono praticamente, in rigoroso ordine cronologico, tutta la storia del celebre Marchio del Toro infuriato, sin dalla creazione. Ma le sorprese ancora non sono finite: immediatamente a fianco delle gigantografie, una serie di vetrine raccolgono buona parte delle riproduzioni in scala dei modelli Lamborghini, di tutte le epoche, marche e scala: una collezione che farebbe veramente la gioia di qualsiasi collezionista e che chiunque può ammirare.Per finire, anche il banco con gli attrezzi dell’epoca, quella eroica di Ferruccio, quando la maggioranza delle componenti meccaniche erano progettate e lavorate, artigianalmente, con grande ingegno e dedizione, direttamente dagli operai all’interno della fabbrica; quegli stessi che oggi, con grande orgoglio, prima di andare in pensione, li hanno voluti donare al Museo, perché chiunque possa capire il valore dell’ingegno italiano!

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