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10 July 2011

Gonzalez: “La Ferrari è sempre nel mio cuore”

Silverstone, 10 giugno
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Fra quattro giorni Pepe Gonzalez sarà festeggiato a Buenos Aires dal Ferrari Club Argentino in una serata organizzata proprio per celebrare la sua vittoria nel Gran Premio di Gran Bretagna ma oggi è comunque un giorno speciale perché la stessa macchina che “El Cabezon” condusse al successo nella prima delle 215 vittorie colte dalla Scuderia Ferrari nel Campionato del Mondo di Formula 1 torna protagonista sul tracciato di Silverstone.

Abbiamo raggiunto Gonzalez a Buenos Aires e gli abbiamo posto alcune domande raccolte negli ultimi giorni dagli appassionati del Cavallino Rampante attraverso il sito www.ferrari.com. Ecco il testo di questa intervista esclusiva.


Quali sono i suoi ricordi di quel giorno a Silverstone?
“Ero molto nervoso prima della partenza. Fangio mi aveva detto che per lui avremmo vinto e sapevo che ne avevamo la possibilità. C’erano quattro macchine in prima fila: le due Alfa di Fangio e Farina, la Ferrari di Ascari e la mia 375 F1. Tutti e quattro facemmo pattinare le ruote al via e quelli in seconda fila ci superarono facilmente, tanto che mi ritrovai quarto alla prima curva e dietro di me c’erano Fangio e Ascari. Poi superai in successione Villoresi, Bonetto e Sanesi e, al termine del secondo giro, ero in testa. Però Fangio mi era immediatamente alle spalle e poi mi superò. Non mi persi d’animo perché sapevo che Juan doveva fermarsi prima o poi per il rifornimento della benzina mentre io forse non avrei dovuto farlo e così gli sono rimasto vicino per una trentina di giri. Quando Juan si fermò lo passai. Nel box della Ferrari erano preoccupati che potessi finire la benzina così a un certo punto mi richiamarono dentro e mi misero 20 litri nel serbatoio: riuscii comunque a rientrare in pista con più di 50 secondi di vantaggio su Fangio e, nel finale, non spinsi più di tanto fino al traguardo e vinsi la gara.”

Che cosa significa per lei essere stato il primo a vincere un Gran Premio per la Ferrari ed essere così parte integrante del mito del Cavallino Rampante?
“Mi resi conto di che cosa voleva davvero dire aver vinto quella corsa soltanto il mercoledì successivo, quando incontrai a Maranello Don Enzo: nel suo ufficio c’era una grande foto della vittoria messa dietro la scrivania! Mi chiese di firmarla e di raccontargli ogni minimo dettaglio della corsa e poi mi regalò un orologio d’oro con il Cavallino Rampante nel quadrante. Solo tre giorni dopo capii davvero che era stato una vittoria particolare.”

Che cosa rappresenta per lei la Ferrari? Continua ad esserne un tifoso?
“Ferrari è il massimo nell’automobilismo. Per me è sempre stato un motivo d’orgoglio essere riuscito a conquistare quella prima vittoria, soprattutto considerando quello che la Marca è riuscita a fare in questi sessant’anni in tutto il mondo.”

Le piace la Formula 1 di oggi?
“Sì, ci sono grandissimi piloti, anche se tutto è molto differente rispetto alla mia epoca. Vedo sempre ogni Gran Premio alla televisione.”

Cambierebbe qualcosa in questa Formula 1?
“E’ difficile dirlo perché la vedo da fuori, come parte del pubblico, e non vedo tutti i dettagli.”

Quali differenze vede fra i piloti della sua epoca e quelli di oggi?
“Allora eravamo degli amateur! Se all’inizio della carriera non avevamo un casco per correre usavamo una protezione di cuoio che serviva per non spettinarci ma non proteggeva assolutamente nulla… Oggi c’è una grande attenzione per la preparazione fisica, tutti si allenano al simulatore: noi non avevamo alcuna idea di qualcosa di simile.”

E tra le macchine?
Anche qui ci sono tantissime differenze: i progressi che ha fatto la tecnologia automobilistica sono incredibili. Ai miei tempi avevamo soltanto il volante, la leva del cambio, quella del freno e i pedali: nulla di più. La cosa più importante è che oggi le macchine sono molto più sicure….”

Che messaggio vuole mandare a tutti i tifosi della Rossa?
“La Ferrari è il massimo: è sempre nel mio cuore ed è una passione che si sente e si vive in tutto il mondo.”

Fra i tanti tifosi che hanno scritto al nostro sito per porre delle domande a Gonzalez vogliamo ringraziare in modo particolare: Jeremy Montauzon, Cyril Grisvard, Guillaume Alvarez, Mark Stephens, Bobbak Rabiei, Saeedur Rahman, Cody Weston, Angelo Ricigliano, Matthew Betram, Marios Constantinou, Francesco Magaddino.

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