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23 September 2005

GP del Brasile - Barrichello: 'Niente a che fare con Alonso'

Ad eccezione di Juan Pablo Montoya, colombiano, tutti i piloti presenti oggi alla conferenza stampa della FIA erano brasiliani, tra questi ovviamente anche Rubens Barrichello. Il pilota della Scuderia Ferrari è qui a San Paolo sin dal giorno successivo alla corsa di Spa, anche perché sua moglie Silvana era in procinto di regalargli il suo secondo figlio: “Sono arrivato qui lunedì e i dottori mi hanno detto che il bimbo sarebbe arrivato il giorno successivo, alla fine Fernando è nato in serata - ha spiegato l’orgoglioso neo-papà, e scherzando ha aggiunto che “no, il suo nome non ha proprio nulla a che fare con Alonso”.

A parte le questioni familiari, un’altra notizia ha interessato il brasiliano questa settimana, cioè la conferma che Jenson Button il prossimo anno rimarrà alla BAR-Honda, e che quindi sarà il compagno di squadra di Rubens: “Sono molto contento di ciò - ha commentato il pilota della Ferrari - ciò significa che saremo una squadra con due piloti in grado di vincere le gare e il campionato. Jenson dovrà lavorare intensamente dopo la fine del campionato poiché io rimarrò fermo per due mesi. Per me questo significa che potrò stare con il mio nuovo figlio, il che è meglio che vedermi solo in fotografia!”

Barrichello ha poi dichiarato che si vuole godere il fine settimana del Gran Premio di casa: “Quando corsi qui per la prima volta, nel 1993 e poi nel 1994, fu molto bello per me, perché tutta la pressione era posta su Senna, poi i successivi due anni furono più difficili. Quest’anno sarà diverso perché, per la prima volta da quando sono in Ferrari, non arriviamo qui come i leader del campionato, non siamo noi a dettare il passo ora. Voglio solo godermi il fine settimana, sarà meraviglioso tornare a casa la sera e poter cambiare i pannolini di Fernando”.

Ultima domanda: sarà emozionante affrontare l’ultimo Gran Premio del Brasile con la Ferrari? “Sì, in un certo senso - ha confermato Rubens -, ma sono un pilota professionista e non sono arrivato in Ferrari perché mi piaceva il colore rosso. Sono entrato in questa squadra perché è un team competitivo che mi ha dato la possibilità di vincere delle corse. Abbiamo avuto un rapporto fantastico per sei anni e il fatto che mi stia per trasferire in un’altra squadra non significa che non rivedrò più queste persone. L’amicizia è qualcosa che dura nel tempo”.

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