Alonso carico per la Corea “In Formula 1 si vince e si perde tutti insieme”
Altri tre giorni in Giappone per ricaricare al massimo le batterie. Fernando Alonso ha aspettato fino a questa sera prima di arrivare in Corea e iniziare il minicampionato su cinque manche che prenderà il via questo weekend sul circuito di Yeongam, vicino a Mokpo.
Nella terra dei samurai il pilota spagnolo ha ricaricato le batterie dopo la delusione di Suzuka e lì lo abbiamo raggiunto per farci raccontare come ha vissuto questi giorni tra una gara e l’altra
“Sono stato sempre a Tokyo, una città che mi piace tantissimo” – ha raccontato Fernando a www.ferrari.com – “Ci sono sempre tanti angoli diversi da scoprire e, nonostante sia una megalopoli, c’è molta tranquillità, soprattutto grazie alla gente che ci vive. Un’altra cosa che mi piace è il cibo: martedì sera Felipe ed io abbiamo avuto una cena con dei clienti Ferrari e abbiamo avuto la possibilità di provare a cimentarci con il sushi sotto la guida di alcuni chef locali. Onestamente non sono in grado di giudicare il risultato però nessuno si è lamentato, almeno con noi!”
E’ chiaro che non potevamo non ritornare sull’esito infausto del Gran Premio del Giappone, costato a Fernando buona parte del margine di vantaggio su Vettel. “La delusione è stata forte ma ormai è archiviata, inutile rimuginarci sopra ancora” – ha spiegato – “Come ho detto prima di lasciare il circuito, adesso si riparte da zero, visto che fra me e Vettel ci sono appena quattro punti e anche gli altri si sono un po’ riavvicinati. Vincerà chi farà un punto in più di tutti. Per farcela bisognerà avere una macchina veloce, non fare errori e sperare che eventuali sbagli altrui non ti costino caro, com’è accaduto a noi, prima a Spa e poi a Suzuka. Senza questi episodi la situazione sarebbe ben diversa.”
Fernando ha parlato anche della competitività della F2012, argomento particolarmente caldo in questi giorni: “Sicuramente ci sono stati alcuni team che in quest’ultimo scorcio di stagione hanno fatto un passo avanti importante mentre noi non abbiamo fatto altrettanto, soprattutto per quanto riguarda il comportamento della vettura su certi tipi di piste. E’ altrettanto vero peraltro che a Monza, ad esempio, avevamo una macchina in grado di fare la pole ma poi a Singapore ci siamo un po’ persi e, in qualche modo, ne abbiamo sofferto anche a Suzuka, dove comunque Felipe in gara ha dimostrato di essere piuttosto competitivo: se non è stato veloce quanto la Red Bull lo è stato certamente più di tutti gli altri. Del resto questi alti e bassi sembrano caratterizzare questo campionato: in Giappone la McLaren è sembrata meno forte di quanto non lo fosse stata nella gara precedente mentre è la Red Bull che è venuta fuori in maniera importante, cosa accaduta ad esempio anche alla Sauber. Si parla molto dei nostri perché gli occhi di tutti sono sempre puntati sulla Rossa: qui, ad esempio, se proviamo una volta un’ala e non la usiamo diventa un caso ma queste sono cose che accadono regolarmente in tutte le squadre. Adesso non dobbiamo far altro che riprendere il cammino nella giusta direzione e sono sicuro che ci riusciremo.”
Fernando ci tiene a ribadire la sua fiducia nelle capacità della squadra. “Sono certo che potremo giocarci le nostre carte fino in fondo”- ha proseguito il pilota di Oviedo – “Le persone che stanno lavorando sulla macchina sono le stesse che lo hanno fatto fino ad ora e non c’è motivo che non sappiano fare bene anche adesso. Non dimentichiamoci che se sono ancora in testa al Mondiale è perché siamo stati capaci sia di migliorare la vettura in maniera importante rispetto all’inizio di campionato sia perché siamo stati in grado di sfruttare sempre al massimo quello che avevamo a disposizione. A noi non ci ha mai regalato niente nessuno, anzi Spa e Suzuka ci hanno privato di piazzamenti che erano ampiamente alla nostra portata. Il miracolo che ci ha fatto arrivare sin qui in questa posizione non ha origine divina ma è il frutto del lavoro di tutti noi, dal primo all’ultimo. La Formula 1 è uno sport di squadra: si vince e si perde tutti insieme.”
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