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15 November 2012

Il Texas dà il benvenuto alle stelle della F1


Ha dato prova di grande talento e determinazione e, con il supporto della Scuderia, ha combattuto sino alla fine della stagione, rendendosi protagonista di alcune ottime prestazioni. Questo fine settimana non vede l'ora di scendere in pista sul Circuito delle Americhe : Fernando Alonso? No, Jules Bianchi. Il giovane francese, allievo della FDA (Ferrari Driver Academy) si è classificato secondo nella World Series, dopo essere stato in lotta per il titolo sino all’ultima gara, messo poi fuori gioco dopo essere stato tamponato dal rivale diretto per la conquista del campionato.

"E 'stata una gara difficile, visto che ero in corsa per la vittoria prima dell’incidente, ma sono cose che possono capitare nel mondo delle corse e preferisco guardare avanti, pensando al prossimo anno", ha dichiarato il francese.

Se da un lato gli impegni con la World Series sono stati archiviati , Bianchi proseguirà la stagione nell’altra veste che ha ricoperto quest’anno, vale a dire terzo pilota della Force India Sahara team in Formula 1, disputando la sessione di prove libere del venerdì mattina per la squadra di Silverstone questo weekend ad Austin, nel penultimo appuntamento del Mondiale.

Questo ruolo è di prestigio per un pilota che sta muovendo i primi passi per un futuro da titolare nella Formula 1.. "Ho imparato molto" -ha dichiarato Bianchi. "Anche se avevo già disputato il test riservato agli young driver l'anno scorso ad Abu Dhabi e a Jerez, non è la stessa cosa guidare nel corso di un weekend di gara, perché devi gestire una pressione molto più forte. Sento di essere cresciuto molto con questa esperienza e ora sono pronto per la F1.Il mio sogno è quello di trovare un sedile da titolare per il prossimo anno. Credo di aver disputato una buona stagione nella World Series e ho fatto un buon lavoro con la Force India, per questo mi sento pronto e credo di meritare un posto in Formula 1”.

Se questo è l’obiettivo a breve termine di Bianchi, quello sul lungo termine è altrettanto chiaro : "Il mio sogno è correre un giorno per la Ferrari!"



Come parte del suo ruolo con la Scuderia, Bianchi ha svolto molto lavoro al simulatore e, questo aspetto si è rivelato particolarmente importante su un circuito nuovo come quello di Austin.

"Quando si affrontano le prove del venerdì, è necessario portare la vettura immediatamente al limite, altrimenti si rischia di non essere competitivi nelle qualifiche e per questo il simulatore è un grande aiuto in quanto rappresenta il modo migliore per conoscere una pista," conferma Bianchi. "Il tracciato di Austin sembra davvero interessante con molte curve veloci. La prima parte è simile al primo settore del Giappone ma ricorda anche Silverstone. Ci sono inoltre molte curve lente. Nel complesso, a giudicare dal simulatore, io direi che è uno dei tracciati migliori in calendario. Tutti a Maranello hanno lavorato molto duramente per migliorare le prestazioni della F2012 per questa gara e, a mio parere, la vettura dovrebbe essere competitiva. E 'sempre difficile sorpassare in Formula 1, ma ad Austin ci sono due punti di frenata importanti intervallati da un lungo rettilineo, quindi ci dovrebbero essere numerose possibilità di sorpasso”. Il Circuito delle Americhe è opera di Hermann Tilke. Costruito in meno di due anni nella Travis County, a sud est di Austin, la capital del Texas, ha superato l’ultima ispezione come tracciato ufficiale il 25 settembre. La pista è lunga cinque chilometri e mezzo, si percorre in senso antiorario con oltre 20 curve e un dislivello di 41 metri.

Una volta che avrà portato a termine i suoi impegni da terzo pilota, l'attenzione di Bianchi sarà senza dubbio rivolta al tema principale del fine settimana, la battaglia per il Campionato Piloti. La vittoria deve essere l'obiettivo della Scuderia questa domenica per ridurre il distacco di dieci punti che separa Fernando Alonso da Sebastian Vettel. La Scuderia ha vinto il Gran Premio degli Stati Uniti dodici volte, più di ogni altra squadra. Gli statisti più attenti potrebbero obiettare sul numero di gare disputate effettivamente negli Stati Uniti con alcune gare conosciute come “USA West” ed altre come “USA East”, ma in fin dei conti quello che conta è che ci sono state un totale di 51 gare disputate nel paese da quando è iniziato il mondiale di F1, la prima delle quali è stata disputata a Sebring nel 1959.

E’ certamente vero che gli Stati Uniti non sono sempre stati teatro della Formula 1 e la serie ha vissuto un periodo di transizione passando attraverso l'Atlantico. Austin sarà il decimo tracciato ad ospitare il GP degli Stati Uniti. Tuttavia, il legame tra questo Paese e la Ferrari risale a molti anni addietro, con momenti chiave scritti nella storia delle corse automobilistiche, a cominciare da Phil Hill, conosciuto per essere il primo americano ad essere diventato campione del mondo di F1, nel 1961 al volante di una Ferrari, la bellissima 156 ribattezzata “Shark Nose”. L'ultima volta che la Formula 1 è stata negli Usa risale al 2007, con la gara disputata presso il famoso circuito di Indianapolis dove Fernando è arrivato secondo, anche se non su una Ferrari, seguito dal suo attuale compagno di squadra, Felipe Massa, che a sua volta ha conquistato il secondo gradino del podio sempre ad Indianapolis ma un anno prima. Che sia buon auspicio? Si spera.

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