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12 May 2013

Lamborghini Egoista L’omaggio di Walter De Silva per i 50 anni della Lamborghini

Sant’Agata Bolognese, 12 maggio 2013.
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Grande emozione ieri, al culmine
della serata di gala a Sant’Agata Bolognese per celebrare i 50 anni della
Lamborghini, quando davanti a mille invitati in scena è entrata l’incredibile
vettura di Walter De Silva, omaggio del designer responsabile dello Stile per il
Gruppo Volkswagen, per celebrare il mezzo secolo della Casa del Toro. “Sono
affezionatissimo a questo marchio italiano, poiché anch’io sono italiano. Ho
voluto fare un omaggio e pensare a un automobile con la quale sottolineare
che le Lamborghini sono sempre state fatte con la passione e con il cuore, più
che con la testa,” ha detto un emozionato De Silva.
E infatti l’Egoista, come è stata battezzata la vettura, è un’auto forgiata dalla
passione per l’innovazione e per le soluzioni alternative, quella stessa
passione che ha sempre contraddistinto il marchio Lamborghini. “Si tratta di
un’automobile fatta per una persona sola, per divertirsi e per esprimere la
propria personalità all’ennesima potenza. E’ pensata solo per un pubblico
ipersofisticato che vuole solo le cose più estreme e più speciali al mondo.
Rappresenta l’estremizzazione dell’edonismo, è una vettura senza
compromessi, in una parola: egoista,” ha spiegato ancora De Silva.
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Altrettanto spettacolare il debutto della supercar, con una irruzione da
cinema, annunciata da un trailer proiettato sui nove maxischermi della sala. Il
palcoscenico trasformato in una pista di atterraggio, una top model in tuta
aeronautica a guidare l’arrivo dell’Egoista con i segnali luminosi del personale
di terra, il rombo del V10 a scuotere la tensostruttura alta 20 metri: ecco che
cosa hanno visto e sentito gli ospiti vip quando il Presidente della Lamborghini
Stephan Winkelmann è entrato alla guida dell’Egoista e ha poi invitato sul
palco il suo creatore Walter De Silva.

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Concetto e tecnologia
Spinta da un motore V10 da 5,2 litri, che eroga 600 cavalli di potenza, la
Lamborghini Egoista è una vettura volutamente estrema ed inconsueta, con
caratteristiche uniche al mondo, realizzata dal team di design del Gruppo
Volkswagen ed in particolare da Alessandro Dambrosio per gli esterni e
Stefan Sielaff per gli interni. Il team di De Silva ha scelto di creare una
monoposto, portando oltre il limite tutte le caratteristiche che nel DNA
Lamborghini significano piacere di guida puro, prestazioni e stile. Il cockpit,
disegnato come un abito sartoriale su misura per il pilota, è un innesto
removibile che una volta unito con il resto della macchina crea una perfetta
unità tecnica, meccanica ed aerodinamica. L’ispirazione, come nella tradizione
Lamborghini, viene ancora una volta dal mondo dell’aviazione, in particolare
dagli elicotteri Apache, dove la cabina del pilota può essere espulsa in caso di
emergenza. “Il cockpit, realizzato interamente in fibra di carbonio e alluminio,
rappresenta una specie di cellula di sopravvivenza, che permette al pilota di
isolarsi e proteggersi dagli agenti esterni,” ha spiegato ancora De Silva.“Con
uno sguardo al futuro, la cabina dell’Egoista potrebbe essere sganciata da un
jet e innestarsi su un automobile per seguire un altro percorso.”

Il design
Gli esterni sono caratterizzati da due aspetti fondamentali: l’architettura e il
materiale. Il design è determinato da una struttura molto muscolare, dove
vuoti e pieni si incastrano con forza e vigore. Il profilo della carrozzeria è
dominato, sui fianchi, dalla sagoma stilizzata di un toro in posizione di carica,
con le corna abbassate. Il toro spinge verso le ruote anteriori, conferendo un
dinamismo futurista ad una linea già di per sé molto aggressiva.
Naturalmente, si tratta di un omaggio, di una citazione stilistica ardita quale
solo può essere una rielaborazione dell’icona del marchio Lamborghini, che
vede com’è noto il toro in posizione di veronica. Una sfida, quella di inserire
efficacemente il simbolo della Lamborghini quale parte integrante della
carrozzeria, vinta con coraggio e arte.
La vista in pianta mostra un profilo a trimarano, dove lo scafo centrale
costituisce un unicum con la cabina, sottolineato dalla copertura in carbonio
presente sul cofano anteriore.
Nella parte superiore la vettura non presenta appendici aerodinamiche
visibili bensì flap di aerodinamica integrati nel profilo carrozzeria che
intervengono automaticamente a seconda delle condizioni di guida. Due flap
orizzontali posteriori si attivano ad alte velocità per aumentare la stabilità,
mentre una serie di prese d’aria a squame sulla dorsale del cofano motore
garantisce l’afflusso di aria di raffreddamento al potente propulsore V10.
Mentre l’anteriore della vettura presenta un profilo finalizzato ad aumentare
il carico aerodinamico, il posteriore è tutto aperto con meccanica a vista, a
vantaggio della leggerezza ma con il risultato di una maggiore aggressività
tipica delle estetiche “naked”.
L’impianto luci della Lamborghini Egoista è più simile a quello di un aereo che
di un’automobile. Non ha proiettori tradizionali, ma luci d’ingombro a led
finalizzate a determinarne la posizione non su un asse solo come può essere
la strada, ma su tre assi come nello spazio aereo. Due luci bianche davanti,
due rosse dietro, un lampeggiante posteriore rosso nella parte alta della
coda, due occhi di toro arancioni come side marker e due sul tetto, rossa a
sinistra e verde a destra, rendono unico anche al buio quest’ufo a quattro
ruote. Nascosti dietro le prese d’aria anteriori, in fondo al punto di unione tra
lo scafo centrale e i due laterali, si trovano infine due potenti proiettori allo
xeno, quasi due occhi d’aquila capaci di scrutare nell’oscurità fino a grande
distanza.
Essendo stata pensata in materiali leggeri quali l’alluminio e il carbonio, la
vettura presenta zone da non calpestare, debitamente segnalate come sugli
aerei. I parallelismi con il mondo aeronautico però non si fermano qui, poiché
la carrozzeria è realizzata con uno speciale materiale antiradar e i vetri sono
antiriflesso di gradazione arancione.
I cerchi sono anch’essi in materiale antiradar, opachi e ruvidi, impreziositi da
lamelle in carbonio che migliorano l’aerodinamica.
Interni
L’interno del cockpit è veramente razionale, portato all’estremo nella sua
funzionalità. Vi si trova un sedile racing con la cintura a quattro punti, dove
ogni fascia è caratterizzata da un colore diverso, gli air-bag e la
strumentazione ridotta all’essenziale. Il punto focale di quest’ultima è
rappresentato dall’head up display, tipico dei caccia aeronautici. Per uscire il
pilota deve rimuovere il volante appoggiandolo sulla plancia strumenti, aprire
il cupolino con un comando elettrico, salire con i piedi sul sedile, sedersi sul
lato sinistro della carrozzeria in un punto ben preciso e quindi ruotare la
gambe di 180 gradi dal cockpit fino all’esterno veicolo. A questo punto può
appoggiare i piedi per terra e alzarsi. Anche in questa manovra la Lamborghini
Egoista pretende un pilota d’eccezione, un “top gun”.
La filosofia
L’Egoista racchiude, secondo Walter De Silva, tutti quei criteri di prodotto che
fanno parte del DNA Lamborghini. “E’ come quando Ferruccio Lamborghini
disse: io il motore lo metto dietro, il passeggero non lo voglio. La voglio per
me, la voglio come me la immagino io. E’ una macchina fanatica, Egoista calza
bene.”
Se le Lamborghini sono auto per pochi, va oltre. E’ un’auto per se stessa, un
regalo di Lamborghini per Lamborghini, splendida nella sua solitudine.
L’Egoista è pura emozione, l’Isola che non c’è, che nessuno potrà mai
possedere, che rimarrà sempre un sogno, per tutti.

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