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20 August 2013

GP del Belgio - Spa: Una sfida disegnata dalla natura

Maranello, 20 agosto

Tornare sui banchi di scuola dopo le vacanze estive era decisamente più facile se ad attendere gli alunni il primo giorno era subito una materia speciale. Per gli addetti ai lavori della Formula 1 la fine della pausa di agosto coinciderà con la trasferta di Spa-Francorchamps, uno dei Gran Premi più attesi dell’intera stagione. Molte piste sono state disegnate con l’obiettivo di offrire emozioni forti sia ai piloti che agli spettatori, ma nessun progettista avrebbe potuto immaginare la pista di Spa, circuito realizzato su una porzione di tessuto stradale utilizzato per la circolazione urbana. Il dimezzamento del tracciato originale avvenuto nel 1979 e che da circa quindici chilometri l’ha portato alle attuali dimensioni, non ha intaccato l’irraggiungibile fascino di questa pista, fatta di un susseguirsi di saliscendi lungo sette chilometri all’interno di un contesto unico come la foresta delle Ardenne.

I piloti della Scuderia Ferrari amano questa pista. “Correre su un circuito così speciale provoca autentiche scariche di adrenalina. L’alternarsi di salite, discese e sequenze di curve molto veloci, rendono questa pista davvero fantastica. Un giro sulla pista di Spa equivale a venti tornate su qualsiasi altro circuito” spiega Fernando Alonso, che ha trascorso la pausa estiva tra la sua Oviedo e le vicine spiagge. A fargli eco il compagno di squadra Felipe Massa, rientrato dal Brasile con le batterie cariche, pronto ad affrontare il Gran Premio del Belgio. “E’ sempre molto bello tornare in pista proprio a Spa ed è un grande piacere correre su questo circuito, soprattutto al volante di una vettura di Formula 1” prosegue il brasiliano. “Lì si respira il profumo della tradizione ed è sempre una grande sfida affrontare quelle storiche salite, i tratti in discesa ed i velocissimi cambi di direzione che rendono la guida un autentico piacere”.

Alla domanda su quale sia il punto più emozionante della pista di Spa, Alonso risponde senza esitazioni: l’Eau Rouge. “E' una curva in salita che si affronta in settima marcia ad oltre 300 km/h. Anche se con le Formula 1 attuali si percorre con l’acceleratore a fondo corsa, il fisico deve sopportare la compressione più forte dell’intero campionato e credo che sia questo aspetto a rendere la curva incredibilmente speciale”.


Anche Felipe è un estimatore della Eau Rouge e delle sue sensazioni da ‘montagne russe’, anche se non è la sua curva preferita. “Al volante di una F1 attuale, con tutta la tecnologia ed il carico aerodinamico di cui si dispone, pur restando una curva in realtà l’Eau Rouge si affronta come un rettilineo, ovvero con l’acceleratore a fondo, in ogni giro del weekend” spiega il brasiliano. “Io preferisco la parte di pista tra la fine del secondo settore e l’inizio del terzo, dove c’è una sequenza di curve veloci e cambi di direzione. La parte più impegnativa credo sia invece quella subito dopo la salita dell’Eau Rouge, dove inizia un lungo rettilineo seguito da una sequenza di chicane nella parte in discesa. In questa zona della pista il minimo errore comporta una grossa perdita di tempo sul giro”.

Sono diversi i punti cruciali su questo circuito e Fernando reputa che una delle zone più insidiose sia il tratto finale, prima del rettilineo di partenza. “La curva più impegnativa è sicuramente la chicane prima del traguardo, perché ci si arriva a circa 330 chilometri all'ora ed occorre affrontarla dopo una violenta frenata. E bisogna anche considerare la poca aderenza, perché la configurazione aerodinamica di Spa è a bassissimo carico. E' in questo tratto che avvengono la maggior parte dei sorpassi in gara e qui c’è anche l'ingresso alla corsia box, in un punto molto stretto. Il miglior set-up su questo circuito è frutto di un importante compromesso dal punto di vista aerodinamico. Il primo e il terzo settore sono interamente costituiti da lunghi rettilinei, sui quali la miglior performance è legata al minor carico e alla velocità di punta. Nel settore centrale, composto da numerose curve, a fare la differenza è la massima deportanza. Trovare il giusto equilibrio qui è sempre molto complesso ed è l’obiettivo principale del lavoro in programma nelle prove libere".

Tra i due piloti solo Felipe annovera nel suo palmares una vittoria sul circuito di Spa, ottenuta nel 2008. “Questa è una pista sulla quale tutti i piloti vogliono vincere almeno una volta" dice Massa. “Amo Spa e spero di poter incrementare quanto prima il numero delle mie vittorie su questo circuito. Sono successi molto speciali, che hanno un grande valore nella storia di un pilota".

Il suo compagno di squadra prosegue a proposito della pista belga: “Quello di Spa è considerato un circuito completo, una vera e propria sfida sia per il pilota che per tutta la squadra. Insieme a Monaco, Monza e ad altri tracciati di grande fama, ha un valore aggiunto confermato dal suo albo d’oro, dove compaiono i nomi dei grandi campioni che hanno scritto su queste strade pagine di storia. Spero davvero che quest'anno vi si possa aggiungere anche il mio nome. In ottica campionato, una vittoria a Spa equivale a 25 punti esattamente come sulle altre piste del Mondiale”.

Un po’ a sorpresa, trattandosi di un campione del mondo, il pilota spagnolo della Scuderia Ferrari non è ancora mai riuscito a salire sul gradino più alto del podio del circuito belga.

“Su questa pista ho disputato una bella gara nel 2005, quando sono arrivato secondo, e anche in Formula 3000. Non sono mai stato nelle condizioni di poter lottare per la vittoria e spesso sono stato costretto al ritiro, a volte semplicemente per colpa della sfortuna, altre per problemi tecnici o miei errori. Sarebbe bello cambiare direzione quest’anno e riuscire a recuperare parte dei tanti punti persi nelle gare passate”.

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