GP d’Italia - Un Gran Premio senza eguali
La Formula 1 ha un suo linguaggio, utilizzato da piloti, squadre e giornalisti, nel quale capita spesso di utilizzare parole come “lotta”, “stress”, “battaglia”, “scontro”, come si trattasse di uno scenario di guerra. Talvolta, però, si dimentica quanto lo scenario offerto da un Gran Premio sia in realtà completamente diverso, perché da sempre rappresenta uno show appassionante sia per gli spettatori che per gli stessi partecipanti. Inoltre, oggi tutti gli sport più popolari hanno un forte legame con il business ed è facile perdere la visione romantica del gesto atletico. Ma un fine settimana nella cornice unica del circuito di Monza riesce a riportare lo sport a quella sua visione originale, grazie ad un tracciato noto al mondo come la “Pista Magica”.
Se poi la divisa della vostra squadra del cuore ha un cavallino nero su sfondo giallo, quello di Monza diventa un weekend ancora più speciale. Per avere conferma di questo basta chiedere a Felipe Massa: “Monza rappresenta una parte importante della storia della Formula 1, testimoniata ancora oggi dalla curva Sopraelevata. È un Gran Premio diverso da tutti gli altri, per le velocità che si possono raggiungere in alcuni punti del tracciato e per l’unicità dello spettacolo offerto dalle tribune stracolme di tifosi. Quando si scende in pista al volante di una Ferrari tutto è ancora più speciale. Sono brasiliano, ma la mia famiglia ha origini italiane, ho il passaporto italiano e la nostra famiglia ha uno stile di vita molto legato alle tradizioni italiane. Per me questo weekend è sempre stato particolare, per quel pizzico di motivazione in più e per la voglia di ottenere un risultato importante. Il Brasile è ovviamente la mia gara di casa, ma Monza viene subito dopo. E’ una gara molto più sentita del Gran Premio di Monaco, anche se vivo nel Principato”. Felipe ha iniziato la sua carriera sportiva proprio in Italia e ha fatto conoscenza con l’autodromo di Monza durante la sua militanza nelle categorie minori: “A Monza nel 2010 sono salito sul podio conquistando il terzo posto, ma il mio ricordo più bello legato a questo circuito non è al volante di una monoposto di Formula 1. Qui ho vinto in tutte le altre categorie in cui ho corso, due volte in Formula Renault 2.0 e una volta in F3000. E le vittorie hanno sempre un sapore particolare nel libro dei ricordi”.
Anche gli ingegneri, descritti spesso come veri e propri computer che si muovono sui binari della razionalità, al cospetto del circuito di Monza non riescono a trattenere l’emozione, come testimoniato dal Direttore del Reparto Motori ed Elettronica della Scuderia, Luca Marmorini. "Essere un ingegnere italiano che lavora in Formula 1 vuol dire vivere Monza come un evento unico che raccoglie tutti gli elementi di spicco offerti da questo sport. Per un motorista vincere sul circuito di Monza è una soddisfazione molto speciale” –prosegue Marmorini – “Ho tanti ricordi legati a questa pista, ma non è necessario andare troppo lontano nel tempo per ritrovare delle giornate indimenticabili. Tre anni fa, quando Fernando e Felipe hanno conquistato il primo e terzo posto, è stato un risultato eccezionale e una giornata indimenticabile”. Ci sono delle ragioni tecniche ben definite che rendono Monza un banco di prova unico tra le piste del Mondiale. “Monza, insieme a Spa, è la pista dove registriamo il maggiore contributo del motore sulla prestazione complessiva della monoposto” – spiega Marmorini – “Ogni cavallo in più ha il suo peso sul tempo finale. Monza è anche un circuito molto difficile per i motori, perché il pilota percorre l’80% di ogni giro con l’acceleratore a fondo corsa. Restando a ‘piena farfalla’ così a lungo, si rivela un circuito molto critico sul fronte dell’affidabilità”.
La sfida tecnica è accattivante anche per Felipe. “Sul circuito di Monza utilizziamo il minor carico aerodinamico dell’intera stagione” – spiega il brasiliano – “Ed è il tracciato sul quale rileviamo la più alta velocità di punta. Questo circuito richiede una monoposto molto precisa, ma allo stesso tempo non si può sacrificare troppo il carico aerodinamico, necessario per affrontare le curve lente. Il motore riveste un ruolo molto importante, e spero che il nostro V8 ci conceda un po’ di vantaggio. Sulle altre piste questo aspetto è poco significativo perché la differenza tra i vari motori è minima, mentre a Monza ha un peso maggiore. A queste buone premesse aggiungiamo anche il grande sostegno garantito dai numerosissimi tifosi italiani, una spinta extra che spero possa aiutarci ad ottenere un ottimo risultato”.
Sul circuito di Monza i sorpassi non avvengono solo grazie agli aiuti del sistema DRS, perché storicamente questa pista è sempre stata il terreno ideale per sfruttare le scie. La facilità di sorpasso non fa però calare l’importanza di riuscire a partire nelle prime posizioni, soprattutto per evitare il rischio di essere coinvolti nel caos che può verificarsi dopo il via. Non è semplice riuscire a realizzare il giro perfetto in qualifica, come spiega Felipe: “Normalmente su questa pista non c’è molto distacco tra le monoposto e la chiave per realizzare un giro veloce in qualifica è riuscire a completare i tre settori nel migliore dei modi senza sprecare tentativi. La frenata è molto importante, così come riuscire a mantenere la giusta traiettoria nei punti di maggiore trazione. Se si perde un po’ di tempo in una curva, a causa di una frenata eccessivamente ritardata o di una traiettoria non ottimale in uscita di curva, si perde molto tempo lungo tutto il rettilineo successivo. Negli ultimi anni le velocità di punta si sono abbassate a causa dell’introduzione di nuovi regolamenti tecnici, anche se - onestamente - è una differenza che il pilota non avverte. Ricordo le velocità che raggiungevamo con il motore V10, ma alla fine la sensazione che si prova quando si viaggia a 360 o 340 km/h non è poi così diversa”. Gli attuali regolamenti tecnici prevedono che ogni pilota possa utilizzare otto propulsori nell’arco dell’intero Campionato. Tutte le squadre sono chiamate a pianificare su quali piste è più importante disporre di un motore fresco nuovo e sotto questo aspetto la tappa di Monza è la prima della lista. “Il nostro obiettivo” - afferma Marmorini – “È ovviamente quello di ottimizzare l'utilizzo degli otto motori nel corso della stagione. Sui circuiti di Monza e Spa, dove il motore recita il ruolo più importante, tutte le squadre preferiscono scendere in pista con unità nuove. Abbiamo lavorato sodo per ridurre il degrado prestazionale dei motori, ma un nuovo propulsore è sempre una garanzia maggiore rispetto ad uno usato”. L'anno prossimo l’affidabilità del motore sarà uno degli aspetti di maggiore criticità, visto che il nuovo regolamento tecnico concede ad un pilota solo cinque nuovi motopropulsori da utilizzare nell’arco del Campionato. Tra le diverse problematiche affrontate dai motoristi nel passaggio dagli attuali motori V8 aspirati ai prossimi nuovi V6 turbo, quella dell’affidabilità tecnica è risultata essere una delle maggiori. “Considerando che tra soli sei mesi avrà inizio il campionato 2014” – rivela Marmorini – “Direi che le scelte di base sono già state tutte fatte. E’ molto tempo che lavoriamo a questo progetto e in questo momento stiamo definendo gli ultimi dettagli, soprattutto sul fronte dell’installazione del motore sulla monoposto. Siamo contenti di quanto fatto finora e direi che tutto è in linea con la programmazione”. Il Gran Premio d’Italia in programma il prossimo fine settimana sarà di fatto l’ultima apparizione in Europa dei motori 8 cilindri che hanno caratterizzato l’attuale ciclo della Formula 1. “Ricordo bene che nel primo anno di vita dei motori V8 è stato un propulsore Ferrari a vincere a Monza” – conclude il Responsabile del Reparto Motori della Scuderia – “Sarebbe bellissimo chiudere anche questo ciclo tecnico facendo nostra l’ultima vittoria dei V8 a Monza”.
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