FIA GT - Brno spiegata da Bertolini e Biagi
Quello di Brno, in Cecoslovacchia, è un tracciato che si è molto evoluto nel corso degli anni passando dagli oltre 28 km del tracciato originale ai 5.403 metri attuali. Ancora oggi, percorrendo la statale che da Brno conduce al circuito, si possono vedere le strutture dei “vecchi” box, in buono stato di conservazione.
Una pista, quella originale, di cui oggi non rimane alcuna traccia nel disegno di quella attuale. Non per questo il circuito ceco è meno apprezzato dai piloti, anzi. L’ampia sede stradale favorisce le diverse impostazioni di traiettoria e, di conseguenza, i sorpassi.
Caratterizzata da un'unica curva veramente impegnativa, questa pista è caratterizzata da allunghi più o meno brevi raccordati tra loro da chicane da affrontare a velocità diverse, generalmente lente.
Un tracciato “che ricorda molto il Mugello” – afferma Thomas Biagi – “per quanto riguarda i saliscendi, i cambi di direzione, le esse da terza marcia, i tratti molto guidati. La pista è molto bella anche se non ci sono curve velocissime, da pelo. In termini di assetto, si cerca di privilegiare la reattività della vettura nei cambi di direzione adottando delle tarature più rigide”. Andrea Bertolini, invece, si sofferma sugli effetti della zavorra, visto che la sua MC12 ne risulta gravata di 65 kg. “Questo è uno dei circuiti in cui la zavorra danneggia di più chi la porta a bordo a causa della sua conformazione. Le discese, le salite ed i curvoni veloci che caratterizzano Brno, infatti, non sono i migliori alleati delle vetture che devono subire questa penalizzazione”.
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