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11 August 2006

GP di Turchia - L'unica trasferta "via mare"

Maranello, 11 agosto 2006

Dopo l'appuntamento di Budapest la Formula 1 vive un momento che richiama alla memoria i ritmi più rilassati che si vivevano nel Circuì decine di anni fa: si è infatti entrati nella pausa estiva di tre settimane, periodo che precede il Gran Premio di Turchia, unica trasferta del Mondiale ad essere affrontata "via mare". I mezzi dei team si imbarcheranno infatti a Trieste, in Italia, da dove raggiungeranno Istanbul.

Questa è la seconda edizione del Gran Premio di Turchia, un appuntamento a metà strada fra la classica trasferta europea, in cui i camion raggiungono i circuiti su strada, e quella intercontinentale, per cui tutte le strutture delle squadre vengono spostate per mezzo di aerei. In questo caso, invece, la maggior parte del percorso viene coperto per nave, e solo il breve trasferimento dal porto al circuito è affrontato su gomma.


A capo della logistica della Scuderia Ferrari Marlboro c'è Miodrag Kotur, la cui carriera nel mondo delle corse è strettamente legata a quella del Direttore Generale della Ferrari, Jean Todt: "Ho cominciato a lavorare nell'ambiente dei motori nel 1988, alla Peugeot Talbot Sport, dove ho conosciuto Jean Todt. Lì ho lavorato nei Rally Raid, come la Parigi-Dakar e altre corse africane - dice Kotur -. Ho ottenuto quel posto grazie ad un colpo di fortuna e penso si possa proprio dire che sono entrato in questo mondo dalla porta di servizio! Dopo l'esperienza nei grandi Raid africani, la Peugeot si è spostata sul settore degli Sport-Prototii con la famosa 905 e proprio in questa epoca ho cominciato ad occuparmi di logistica".

"Dopo aver ottenuto una tripletta nella 24 Ore di Le Mans - continua Kotur - il signor Todt ha firmato un contratto con la Ferrari e mi ha proposto di seguirlo a Maranello. Non potevo certo rifiutare un'offerta simile, lavorare per la Ferrari! Ero giovane e non avevo responsabilità famigliari, e aggiungo che non parlavo una parola di italiano". Inizialmente il ruolo di Kotur è stato di supervisionare lo spostamento di Todt dalla Francia all'Italia, prima di cominciare a lavorare a tempo pieno come logistico della Scuderia, a partire dal 1994.

Nonostante rivesta lo stesso ruolo da più di dieci anni, è ancora pieno di entusiasmo per il suo lavoro: "Mi piace e soprattutto imparo sempre qualcosa, dovendo affrontare in continuazione nuove e inaspettate situazioni - rivela -. Bisogna cercare di prevedere in anticipo tutto e in Ferrari il ruolo del logistico è interessante perché abbraccia diversi settori: devo provvedere infatti ai trasporti, agli alberghi, ai materiali del team e ai rifornimenti alimentari. Non ho davvero il tempo di annoiarmi".

La scorsa edizione del Gran Premio di Turchia è stato un buon esempio di come il lavoro di Kotur possa presentare sfide sempre nuove, dato che per la prima volta le Formula 1 hanno affrontato una trasferta marittima: "E' andato tutto bene - ricorda Kotur -. All'inizio siamo stati in dubbio se inviare i nostri mezzi via mare o farli transitare via terra, attraverso l'Ungheria, ma considerati i proabili problemi alle dogane di Serbia e Bulgaria, che non rientrano nella UE, abbiamo optato per la nave da Trieste a Istanbul. E' una traversata di 56 ore. La trasferta è stata davvero ben organizzata da una società specializzata nella movimentazione di camion: hanno riservato una nave esclusivamente per i mezzi della Formula 1 permettendoci di rientrare con tempismo perfetto a Trieste, cosa fondamentale perché poi quindi giorni dopo era già in programma il Gran Premio d'Italia a Monza. Certo, non si può perdere un battello che ti deve trasportare per 56 ore, altrimenti è un disastro.
Quest'anno i nostri mezzi partiranno venerdì 18 agosto, giungendo a Istanbul il lunedì mattina, dove dal porto si trasferiranno in circuito, per cui la logistica sarà in tutto e per tutto uguale a quella delle gare europee, a parte il fatto che ci troveremo in Asia, ovviamente. Le infrastrutture della pista turca sono moderne e confortevoli e la dogana turca coopera con noi facilitando le pratiche di accesso. Si sbrigano velocemente le formalità, nel 2005 non abbiamo avuto alcun problema.

Se arrivare in Turchia è facile, lo è meno attraversare il ponte sul Bosforo per arrivare in pista, a causa dell'intenso traffico della città. Per questo abbiamo in programma un piano di spostamenti ben pianificati: "Il problema maggiore è raggiungere il circuito alla mattina - ammonisce Kotur -, particolarmente difficile è l'attraversamento del ponte che unisce i due continenti. Senza il telepass può volerci anche mezz'ora, quindi abbiamo noleggiato degli autisti che in caso di necessità conoscono le scorciatoie e soprattutto hanno molta confidenza con il particolare stile di guida locale!".

Sembra che per il 2007 i logistici dei team dovranno affrontare una nuova sfida, poiché la Formula 1 tornerà al circuito del Monte Fuji per la prima volta dal 1977: "Ci sono andato dopo l'Australia per verificare l'impianto e l'area circostante - racconta Kotur -. Il circuito in sé non è male, anche se al momento mancano gli edifici che ospiteranno uffici e cucine. Sono preoccupato per l'accessibilità dell'autodromo e per la ricettività alberghiera. Non ci sono molti hotel e quelli esistenti sono lontani. Inoltre dista più di un'ora da Tokio, in condizioni di traffico se ne possono impiegare anche cinque, e vi si arriva attraverso strette strade di campagna. Non c'è molto spazio per il parcheggio e quindi il traffico verrà bloccato a 20 chilometri di distanza, ad eccezione dei mezzi dotati di lasciapassare. Pensavo che Suzuka fosse problematica per il mio lavoro, ma il Monte Fuji sembra presentare complicazioni addirittura maggiori".

Non importa quanto possa essere complicato il lavoro per Kotur e il suo staff, tutto deve funzionare senza problemi poiché per piloti, ingegneri e meccanici il luogo dove si svolge il Gran Premio non deve condizionare minimamente il lavoro. Il dipartimento logistico della Scuderia si occupa proprio di questo, facendo il massimo per assicurare il massimo comfort a tutti.

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