GP di Spagna - Una nuova casa nel paddock per la Scuderia
Nonostante la sua immagine di ambiente ad "alta tecnologia", il mondo della Formula 1 conserva molte tradizioni, tra cui quella di chiamare "motorhome", in italiano letteralmente "camper" le strutture temporanee che ospitano le squadre nei paddock dei circuiti. La Scuderia è il team che ha utilizzato più a lungo mezzi motorizzati per assolvere alle proprie esigenze logistiche ma da quest'anno anche la Ferrari si è dotata di una struttura vera e propria al posto dei veicoli utilizzati precedentemente come hospitality, di cui una dedicata ai media.
Un'altra inevitabile tradizione è che questi mezzi facciano la loro prima apparizione pubblicata in occasione della prima gara europea della stagione, pertanto sarà proprio qui a Barcellona che il nuovo "edificio" della Scuderia farà il suo debutto. E' l'unica gara dell'anno in cui gli addetti ai lavori della Formula 1 si comportano come turisti, intenti ad osservare le nuove creazioni che presto diventeranno parte del loro ambiente di lavoro.
"Abbiamo cominciamo a pensare a questo veicolo due anni fa e gli schemi realizzativi sono arrivati a fine 2005 - spiega Jon Williams della Procar Internation, la società che fornisce in questo settore la Ferrari da oltre dieci anni -. La Procar ha sviluppato il concetto che è stato poi raffinato dal designer Fran Cush, della Sepang Design, che ha seguito il progetto fin dall'inizio. La realizzazione vera e propria è iniziata nell'aprile del 2006, sotto la guida del consulente ingegneristico Frazer Nash, che ha supervisionato la parte costruttiva, pertanto solo la struttura ha richiesto circa un anno".
La necessità di realizzare una nuova unità deriva dal fatto che la Scuderia voleva migliorare l'efficienza delle proprie hospitality: "L'idea è quella di avere una struttura integrata e quindi più efficiente in tutti i settori: dalla ristorazione al posizionamento di dispositivi audio-video, dalle infrastrutture tecnologiche agli strumenti per le comunicazioni, tutto in un solo edificio - conferma Williams -. Il piano terra è dedicato ai media, che hanno a disposizione l'area centrale per le conferenze stampa e i pranzi\cene, a cui si aggiungono tre uffici a lato, uno per gli addetti stampa, uno di servizio e uno per i fotografi.
La parte superiore è riservata agli ospiti della squadra, anche qui c'è un open space nel mezzo a cui si affianca una sala riunioni riservata. Inoltre, da una scala posta a destra, si può accedere ad una terrazza che fornisce una visuale completa attorno alla struttura. E' un modulo ampio che risponde alle norme FOM sugli standard dei veicoli parcheggiati nel paddock. Il complesso è largo 11,1 metri e profondo 14. Posteriormente è situato un carrello contenente una cucina totalmente attrezzatata lunza 7,5 metri, oltre al generatore elettrico, ai serbatoi per acqua e gas, e gli impianti dell'aria condizionata. Al secondo piano c'è un altro modulo con i servizi igienici, doccia compresa".
Un aspetto cruciale nella progettazione è stata la necessità di rendere il trasporto e il montaggio della struttura il più semplici possibile. Diverse unità che si vedono nel paddock richiedono molti giorni per le operazioni di costruzione e smontaggio, oltre ad una numerosa manodopera. Non è il caso della Ferrari: "Bastano sei veicoli per portare tutte le componenti in circuito. Servono sette persone per gestirla, con 6 autisti e una responsabile - afferma Williams -. La struttura principale si monta in una giornata, e una seconda giornata è richiesta per mettere tutto in perfetto ordine. Il design degli interni è stato creato da Francesco Carboncini, della Country Lab. Bisogna sottolineare come la struttura sia costituita da un modulo principale di circa 8000 chili, da una terrazza di 5500 chili e dal carrello di servizio da 22.000 chili. Erigere l'hospitality richidede una gru capace di sollevare i moduli e posizionarli, dopo la verifica di tutti i livelli del terreno sui cui è appoggiata".
Ci sono infine alcune interessanti statistiche: la costruzione dell'unità ha richiesto 35 tonnellate di alluminio, 12 tonnellate di acciaio, 50 chilometri di cavi elettrici, 3000 litri di carburante diesel e 1000 litri di vernice. Soltanto tre grossi cavi collegano i 4 moduli, portando i segnali video (visualizzabili su 28 schermi) , audio, dati e voce.
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