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06 June 2007

GP del Canada - Una visita speciale

Montreal, 6 giugno 2007

La settimana del Gran Premio del Canada si è aperta per Kimi Raikkonen con un'insolita visita. Il pilota della Ferrari è stato infatti questa mattina il protagonista di una visita alla Coronation School di Montreal, dove è stato accolto dall'entusiasmo di oltre duecento scolari dai quattro ai quattordici anni. Kimi, molto rilassato e sorridente, ha parlato ai piccoli tifosi di Formula 1 del mestiere di pilota, della sua carriera e della sua nuova squadra: "La Ferrari è un mito e in Formula 1 è famosa per il suo ambiente estremamente familiare. Sono qui da pochi mesi e posso dire che è davvero così: si sta bene, c'è un clima molto amichevole e sono felice di essere qui."

Prima di partire per il Canada, Kimi aveva affidato al sito Internet della Ferrari le sue considerazioni alla vigilia di un ciclo di gare particolarmente intenso. "Montreal è il primo di quattro appuntamenti in cinque settimane e, in più, abbiamo anche un test a Silverstone fra la seconda e la terza gara. Per questo è stato bello potersi prendere una pausa a casa, in Finlandia. Mi sono allenato molto e ho anche passato un po' di tempo al mare, visto che è stata una settimana tipicamente estiva. La delusione di Monaco è archiviata, ora le batterie sono ricaricate per Montreal. A Le Castellet avevamo girato due giorni proprio per preparare questa corsa e abbiamo avuto delle sensazioni positive, anche se non si possono avere delle certezze, visto che si tratta comunque di due piste simili ma non uguali. Quello che è certo è che so che posso tirare fuori il meglio dalla macchina: è un feeling che avevo al Paul Ricard ma anche nelle libere di Monte Carlo."



Kimi non è uno che solitamente si sbilancia e nemmeno stavolta ha voluto contraddirsi: "Non ho mai guidato una Ferrari a Montreal o a Indy quindi non posso sapere come andremo su questi due tracciati ma so che, tradizionalmente, la Rossa va molto forte, il che non può che essere un incoraggiamento. Sono sicuro che non saremo un minuto dietro le McLaren, com'è accaduto a Monaco. Ho vinto a Montreal due anni fa. Mi piace la città, è una delle più belle del calendario. La pista è caratterizzata da un susseguirsi di accelerazioni e frenate e bisogna trovare il giusto bilancio fra il carico aerodinamico piuttosto basso e la stabilità in frenata."

Nonostante il ritardo in classifica, Kimi non si sente certo tagliato fuori dalla lotta per il titolo: "Sono quarto, a quindici lunghezze di distacco dai leader: non è un abisso e con un paio di buoni risultati, magari accompagnati da qualche passo falso della concorrenza, la situazione cambierà. Come ha detto Todt, se fossi così indietro a due gare dalla fine le mie chance sarebbero praticamente finite ma con dodici corse ancora da disputare allora questo non è un divario irrecuperabile. E' chiaro che le gare di Barcellona e Monte Carlo non sono state buone per me ma sento di avere ancora le carte in regola per lottare per il titolo. Farò del mio meglio per arrivare sempre a punti e poi vediamo come sarà la classifica. Ho imparato che, in Formula 1, si passa velocemente da essere un eroe ad essere uno zero: è la natura di questo sport. Io posso solo fare bene il mio compito e dare il meglio di me stesso.

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