Todt: "Si sarebbe potuto e dovuto fare di meglio"
A due giorni di distanza dal Gran Premio del Giappone, Jean Todt, impegnato in un giro di incontri con gli importatori Ferrari nella regione Asia Pacifico, è tornato a riflettere su quanto accaduto domenica pomeriggio al Fuji Speedway.
"Dopo 48 ore i fatti si possono analizzare con maggiore calma e freddezza e devo dire che ci resta una grande amarezza per l'esito della gara" - ha dichiarato a Ferrariworld.com l'Amministratore Delegato dell'Azienda - "Avevamo il potenziale per vincere e per proseguire nella rimonta nel campionato Piloti e, invece, ci ritroviamo con Felipe ormai tagliato aritmeticamente fuori e Kimi cui servirebbe un miracolo per poter diventare campione del mondo. Sono molto dispiaciuto per com'è stata gestita la comunicazione di istruzioni importanti da parte della Giuria nelle fasi immediatamente precedenti il via: si sarebbe potuto e dovuto fare di meglio. Oltre al fatto che la procedura non è stata formalmente rispettata, c'è il rammarico per certe azioni che non sono state intraprese da chi di dovere come, ad esempio, ribadire l'obbligo di utilizzo delle gomme da bagnato estremo quando è stato diffuso attraverso i monitor il messaggio che si sarebbe partiti dietro la safety-car oppure far verificare dal personale della FIA in griglia l'avvenuta ricezione della comunicazione. E' vero che il comunicato della Federazione diffuso domenica sera ha sostanzialmente riconosciuto l'errore procedurale ma ormai il danno era stato fatto."
A proposito delle scelte tecniche e strategiche effettuate domenica, Todt ha fermamente difeso l'operato della squadra: "Con il senno di poi è facile dire che abbiamo sbagliato la scelta di pneumatici ma resto convinto che molti avrebbero preso la nostra stessa direzione in quelle condizioni, come del resto si è visto dal fatto che diversi piloti hanno effettuato il giro di schieramento in griglia con le gomme da bagnato standard proprio per verificare il loro comportamento. La nostra scelta, condivisa dalla squadra anche con i responsabili della Bridgestone, è stata dettata dal fatto che pensavamo che non sarebbe tornato a piovere con intensità e che, partendo dietro la safety-car, si sarebbe potuta progressivamente formare una traiettoria sì bagnata ma non con il velo d'acqua sull'asfalto: in quelle condizioni, alla ripartenza quegli pneumatici avrebbero sicuramente dato un vantaggio importante. Quanto alla gestione dei pit-stop, vorrei fare alcune considerazioni.
Abbiamo dovuto fermare entrambi i piloti nei primissimi giri e li abbiamo riforniti per quanto possibile. Poi, perdurando la neutralizzazione, abbiamo cercato di sfruttare in modo intelligente la situazione, facendo un ulteriore rifornimento, rispettivamente al giro 14 con Kimi e al 15 con Felipe: eravamo ultimi e, visto il tempo che ci metteva la safety-car a fare un giro avevamo la possibilità di fare il pit-stop senza perdere posizioni e di ritornare facilmente in fondo al gruppo. Paradossalmente, sarebbe stato più produttivo fermarci più volte in quella situazione, alla luce anche della possibilità che la gara avesse potuto raggiungere il limite massimo delle due ore. Poi, ad una situazione già di per sé compromessa per Felipe si è aggiunta la penalità inflitta per aver superato Heidfeld in regime di safety-car quando peraltro il nostro pilota era finito in testacoda. Nella fase centrale della gara sia Kimi che Felipe hanno fatto una bella rimonta anche se sapevano che avrebbero dovuto fermarsi ancora per rifornire, vista la capacità del nostro serbatoio. Kimi lo ha fatto un po' in anticipo, al giro 40, anche perché le gomme gli davano qualche problema: abbiamo perso qualche secondo per un problema elettronico che costringeva i meccanici ad aprire manualmente lo sportellino del serbatoio benzina ma ciò non gli è costata alcuna posizione. Felipe, invece, si fermava al giro 57, quando era risalito al terzo posto. Come si può quindi vedere, è stato proprio grazie alla gestione strategica di una situazione subito compromessa dal pit-stop obbligatorio, unita al talento dei nostri piloti, protagonisti di alcuni sorpassi straordinari, come quello di Kimi su Coulthard e quello di Felipe su Kubica all'ultimo giro, che siamo stati in grado di tirare fuori il massimo, portando una macchina sul podio ed una in zona punti: mi dispiace che ciò all'esterno non sia stato pienamente compreso."
Proprio le belle prestazioni dei piloti hanno spinto Todt ad una riflessione sull'andamento della stagione: "Se non riusciremo a riportare a Maranello il titolo Piloti insieme a quello Costruttori è perché non abbiamo avuto la necessaria affidabilità. Basta guardare l'andamento del campionato: abbiamo perso dei punti preziosi - penso ai problemi avuti da Felipe in Australia, Gran Bretagna e Italia e a quelli sofferti da Kimi a Barcellona e al Nuerburgring - con i quali entrambi sarebbero in lotta ravvicinatissima con l'attuale leader del mondiale. Abbiamo due bravissimi piloti, che hanno dimostrato di lavorare bene fra loro e di saper anteporre l'interesse della squadra a quello personale ogni volta che è stato necessario. Questa resterà una stagione positiva, ancorché segnata da eventi che abbiamo sofferto e che non hanno fatto certamente bene alla Formula 1. Nel primo anno di una nuova organizzazione della squadra, quando magari molti si aspettavano un repentino declino, abbiamo ottenuto finora 170 punti, sette vittorie e otto pole position e abbiamo conquistato il quindicesimo titolo Costruttori della nostra storia, il settimo negli ultimi nove anni. Ecco, se per un attimo mi soffermo a guardare l'albo d'oro degli ultimi quindici anni allora provo un senso di soddisfazione per quello che ha fatto la Ferrari in questo periodo. Dodici titoli iridati, 96 vittorie, 84 pole position, 83 giri più veloci in gara, oltre duemila punti all'attivo: queste sono cifre che dovrebbero rendere orgogliosi tutta la gente della Ferrari, i nostri partner, i nostri azionisti e i milioni di appassionati del Cavallino Rampante che ci sono in tutto il mondo."
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